La cipolla da acqua. Dal fiume Marecchia, in provincia di Rimini, da tempo immemore, si dipartono dei canali pieni d’acqua, indispensabili per il funzionamento dei mulini tra Poggio Berni e Santarcangelo. Noi in Romagna li chiamiamo volgarmente “fosse”.
I contadini però utilizzano questa acqua anche per le coltivazioni e a Santarcangelo sopravvive una produzione di nicchia che non deve essere dimenticata: la cipolla da acqua. Si tratta di un prodotto tradizionale, a km. 0, dolce e digeribile sia cruda sia cotta.
Numerose le iniziative che si sono susseguite nel corso degli ultimi anni per portare attenzione su questo prodotto locale che entra a pieno titolo nella dieta delle nostre zone. Oltre ad essere ottima consumata cruda, insieme al radicchio all’interno di una piadina calda e fumante, rappresenta la base di numerosi altri piatti. Ricordiamo la Zuppa di cipolle o le Tagliatelle con verdure di stagione, cipolla di Santarcangelo e pomodoro fresco, oppure la famosa marmellata di cipolle.
Proprio lo scorso ottobre 2023 ha preso l’avvio dell’iter per l’ingresso della Cipolla dell’Acqua tra i Presìdi Slow Food, l’associazione internazionale no profit che mette in rete il patrimonio agroalimentare con l’obiettivo di tutelare materie prime e prodotti tipici, tramandare tecniche di produzione e mestieri. Angela Garattoni – assessore alle Attività economiche – durante la conferenza stampa di presentazione della candidatura, ha sottolineato l’importanza di percorsi di riscoperta e valorizzazione dei prodotti che da un lato preservano la memoria delle tradizioni e dall’altro potenziano la rete dell’eccellenza enograstronomica di Santarcangelo con proposte attrattive e di qualità. La storia recente della cipolla dell’acqua sta vedendo un’interessante partecipazione di giovani produttori che riscoprendo tradizioni e antichi mestieri intendono di investire nel territorio, fare ricerca sulle tipicità e su prodotti unici ed originali.
Vale la pena ricordare la filosofia alla base dei Presìdi espressa da Raffaella Ponzio, in rappresentanza di Slow Food. Si tratta di progetti che partono a livello locale, dal basso, e raggiungono il loro obbiettivo quando c’è una comunità che ci crede, dall’Amministrazione comunale agli agricoltori, ai cuochi, ma soprattutto quando il prodotto è riscoperto anche nell’uso quotidiano delle famiglie locali e nelle mense scolastiche. Un consumo e una produzione autentica, che diventa anche elemento di benessere.
Da tenere in considerazione anche il percorso di valorizzazione della cipolla dell’acqua in occasione delle tradizionali manifestazioni di Santarcangelo. Tra le più importanti, da otto anni in occasione della Fiera di San Michele “La Cipolla nel piatto” mette al centro dei menù dei ristoranti la “bionda di Santarcangelo”, con un numero di aderenti in crescita. Nel corso degli anni sono state numerose le iniziative ideate con l’obiettivo da un lato di far conoscere il prodotto ai ristoranti del territorio e dall’altro di promuoverne il consumo tra i cittadini. Iniziative che proseguiranno sicuramente in futuro, anche grazie alla nuova rete di comunità creata intorno al Presidio Slow Food.