Ma tu lo sapevi che le Rosole sono la pianta del papavero?
Al ròsli (al plurale) è il rosolaccio (Papaver rhoeas) – detto anche papavero rosso. Questa pianta, ben nota per il bel rosso vivo dei suoi fiori che in primavera colorano i prati nelle nostre campagne, offre un’ottima erba che, cotta, entra d’autorità nei “casùn”.
I più maliziosi pensano che il papavero rosso sia “famoso” per il contenuto oppiaceo dei suoi fiori ma in Romagna quest’erba spontanea è raccolta durante la primavera per farcire i cassoni.
Il periodo per la raccolta ad uso alimentare è marzo/aprile perché in seguito le piante di papavero crescono troppo per prepararsi a fiorire e le rosole non sono più buone. La pianta che in estate ci riempe gli occhi ed il cuore con lo sbocciare dei fiori di papavero, in primavera è utilizzata tradizionalmente per farcire la piadina e trasformarla nel gustoso “cassone con le rosole” per i riminesi o nel crescione con le rosole per i “romagnoli del nord”. È una ricetta semplice, tipica della Romagna e come accade in una terra di anarchici e buongustai … ogni famiglia ha la sua!
Muniti di coltellino e borsa e raccogliamo le rosette tagliandole alla radice. A casa lavatele sotto l’acqua corrente, asciugatele, tritatele con il coltello, cospargetele di sale e lasciatele riposare in un ampio recipiente.
Dopo una mezza giornata, strizzatele con le mani per eliminare tutta l’acqua che si sarà formata. Quindi, conditele con olio extra vergine e appoggiatele su metà piada appena tirata e ricoprite con l’altra metà. Il cassone così creato andrà sigillato nel bordo usando le punte di una forchetta e punzecchiate la superficie del cassone per far uscire il vapore durante la cottura.
A questo punto cuocete sul “testo” ben caldo e durante la cottura ricordatevi di rivoltare il cassone più volte. Servono 2 kg. di rosole per farcire 5 cassoni. Per ogni cassone serve un impasto di piada di 150 gr.