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Adolfo Treggiari, nuovo Presidente di Ais Romagna 2022-2026

 

 

Adolfo Treggiari è il nuovo Presidente di AIS Romagna: già delegato Ais di Cesena, premiato dagli elettori a fine giugno, succede a Roberto Giorgini. Il suo programma, incentrato sul motto “Unione, come scopo comune”, fa perno su tre principi cardine: coinvolgimento, relazioni e qualità.

Lo incontriamo in intervista presso la sede amministrativa di Via dell’ Arrigoni 288 a Cesena.

Presidente, come nasce la sua passione per il mondo del vino?

Il vino ha sempre fatto parte della cultura mia e della mia famiglia. Poi con la curiosità di imparare, ho cominciato ad andare per cantine, per degustazioni, con l’obiettivo di conoscere il vino del posto. Di lì, nel 2008, la decisione di fare un corso Ais per andare più in profondità: la passione e le conoscenze sono aumentate. Dunque i tre livelli, l’esame finale, il Master per personale di servizio, il seminario degustatori, l’esame da relatore e infine delegato Cesena dal 2018, ora con queste elezioni mi trovo con una passione da trasmettere a tutta la Romagna. Certamente con i due anni di pandemia abbiamo fatto molta esperienza qui a Cesena -eventi online in primis- con un bell’ incremento dei soci: ora proviamo ad esportare il modello formativo in tutta la Romagna”.

Tre parole per definire questo traguardo della Presidenza?

Senza dubbio la prima parola è ‘soddisfazione’: i soci che mi hanno votato portandomi alla presidenza, hanno dimostrato di credere in me, nell’impegno profuso e in ciò che di buono è stato fatto. La seconda è ‘lavoro’ perché c’è tanto lavoro da fare ancora per andare avanti e per migliorare alcune cose. Ma è anche importante sottolineare un aspetto ludico delle attività: per cui la terza parola è ‘convivialità’. Il che significa bersi un calice insieme, confrontandosi e parlando del vino che c’è dentro. E questo, per noi di Ais, è un elemento da trasmettere.”

Quali le azioni e gli obiettivi più importanti a breve e a lungo termine?

A breve termine, l’obiettivo più importante è quello di instaurare un buon rapporto con i ristoratori e soprattutto con i produttori, in modo da essere quel ‘trattino di unione’ che lega il consumatore al produttore o al ristoratore che propone i vini al cliente. A lungo termine il nostro obiettivo è quello di fidelizzare il più possibile i soci, farli rimanere in associazione anche dopo gli esami, per esempio creando eventi, didattica… Tutto ciò per farli crescere nel mondo del vino. La formazione è continua ed è una parola chiave del nostro programma. Così come la ‘partecipazione’ alla vita dell’associazione è davvero importante. Vogliamo aprire sempre di più a tutti i soci le varie attività che coesistono.”

Tutto ciò si collega fortemente ai tre pilastri del programma: coinvolgere, relazioni e qualità. Cosa possiamo aggiungere?

Coinvolgimento del socio: che è parte integrante della vita associativa. Relazione: perché il vino non è solo didattica, ma convivialità, traducibile nella creazione di gruppi non solo di singole delegazioni, ma di tutta la Romagna; noi ragioniamo in termini di regione. Per esempio ho già dato direttive ai nuovi delegati che gli eventi usciranno come Ais Romagna. Le delegazioni sono importanti, ma nostro obiettivo è quello di creare unità nella regione. Il sottoscritto e il Presidente Ais dell’Emilia, ci siamo posti l’ obiettivo comune di sviluppare tanti progetti congiuntamente, come Emilia-Romagna: per creare “sviluppo turistico eno-gastronomico” abbiamo bisogno proprio di questo, di sincronizzare le nostre azioni intorno a vino, prodotti tipici, Dop, Igp, per valorizzare tutti i nostri prodotti e il territorio. Noi possiamo dare una grande mano in questo, ma dobbiamo anche attendere le proposte della Regione. Rispetto alla terza parola del programma, i vini romagnoli stanno aumentando la loro ‘qualità’ sempre di più, per cui si spera che riescano a trovare sempre maggiore sbocco fuori dalla regione. Ma soprattutto dobbiamo guardare alla qualità dei servizi: uno per tutti aiutare i ristoratori ad avere Carte dei vini sempre più orientate al vino romagnolo, per creare consapevolezza e offrire i nostri prodotti al turista. Su questo aspetto lavoreremo offrendo formazione ad hoc e qualche progetto messo in campo”.

Quanto conta la comunicazione in questo mondo?

Conta tantissimo, è il nostro obiettivo, come da art.1 dello Statuto. La nostra formazione nasce proprio per essere comunicatori, per comunicare il vino in tutte le sue sfaccettature, a partire dal vino del territorio -che promuoviamo perché fa parte della nostra cultura-, fino all’abbinamento cibo-vino coi prodotti tipici. Il nostro focus è proprio questo: la comunicazione sul vino. Avere un sommelier in sala fa indubbiamente la differenza e proprio per questo motivo abbiamo per esempio creato collaborazioni con Istituti Alberghieri. Sentirsi raccontare il vino e saperlo abbinare, crea una percezione tutta diversa da parte del cliente e lo stesso ristoratore trova benefici immediati quando c’è qualcuno che si dedica alla composizione e alla tenuta della cantina”.

Parliamo del nuovo direttivo: da chi è composto?

A parte i sei consiglieri di delegazione che ovviamente si sono proposti e sono stati eletti, nel mio direttivo sono affiancato da persone che ho scelto per capacità e competenze, a partire da Giovanni Solaroli, giornalista da sempre, che si occupa della comunicazione, poi c’è Angela Casadei, vice-presidente, con la quale c’è grande sintonia perché lavoriamo insieme da anni, Paola Ceccarelli che ha molta esperienza di contatto col pubblico e con le autorità per la professione che fa, persona davvero in gamba. Poi ci sono Giulia Galari, voce giovane del consiglio e Mauro Raulli, con esperienza di tanti anni in delegazione a Ravenna”.

Presidente, come si può commentare quello che sta succedendo a livello climatico e quale lo scenario attuale per i produttori e cosa dobbiamo aspettarci?

Il problema del cambiamento climatico c’è purtroppo ed è tangibile e i produttori lo stanno affrontando nei limiti del possibile. La siccità del 2021 e questa del 2022 è una realtà che conosciamo tutti: la vite soffre, come tutte le piante da frutta fanno, per cui si stanno cercando soluzioni per ovviare. I disciplinari prevedono che in situazioni di emergenza vi sia l’ utilizzo d’ irrigazione, ma non tutti sono attrezzati per poterla fare e non tutti hanno disponibilità di laghetti artificiali. E ad ogni modo gli investimenti in questo senso sono sempre onerosi. L’anno scorso per esempio, la raccolta in tanti casi è stata dimezzata, ma quello che si è fatto è stato di grande qualità. Questa può essere una soluzione: lavorare sulle quantità per garantire alla vite il giusto nutrimento. Un’altra soluzione ancora: alzarsi in quota con le vigne (chi può farlo) per puntare su una maturazione tardiva (si pensi a Modigliana, dove a oggi la produzione è migliorata perchè la quota elevata ha temperature giuste). Altra soluzione ancora lavorare sul piede della vite: si sta infatti selezionando “piedi” che abbiano più o meno sensibilità alla siccità e che producano vendemmie più tardive. Con clone e piede si potranno avere maturazioni più tardive per raggiungere maturazioni piene. Il futuro sarà questo: trovare soluzioni alternative per affrontare questo problema. In Gran Bretagna stanno producendo Metodo Classico di qualità: questo ci fa capire tante cose”.

La sede di Ais Romagna, qui a Cesena, è non solo sede di convegni e formazione, ma anche di aggregazione, conferma?

Sì, è un luogo di formazione, ma anche un luogo per degustare assieme e l’Enoteca ha proprio questo scopo. Inoltre proprio a Cesena, in quanto sede centrale, è previsto l’ acquisto di vino, che all’interno di una progettualità imminente, sarà effettuato per tutte le delegazioni, con lo scopo di garantire uniformità ai vari corsi Ais in Romagna, sempre in accordo con i vari docenti dei corsi. I vini sono scelti dalla Guida “Vitae”, così che quelli premiati siano quelli proposti e degustati. Le bottiglie che non vengono esaurite durante i corsi, potranno essere acquistate dai soci e potranno essere oggetto di ulteriori Eventi. Le idee sono tante”.

Quale progettualità ha in mente per la collaborazione già proficua tra Ais e Romagna a Tavola?

Noi siamo assolutamente aperti alla collaborazione con le Associazioni del territorio: nello specifico, con Romagna a Tavola la nostra idea è quella di creare un coinvolgimento sempre maggiore dei ristoratori, sia di conoscenza e consapevolezza del mondo del vino, ma soprattutto pratico, fatto di comunicazione. La figura del sommelier è fondamentale per far conoscere il vino, per creare soluzioni. Per esempio chi si forma in Ais e non ha esperienza concreta di sala, potrebbe invece crescere tramite brevi esperienze fatte nelle sale dei ristoranti, divulgando e portando la figura del sommelier laddove non c’è, in una sorta di scambio reciproco di formazione. E’ un punto fondamentale del nostro programma e serve per far crescere il gruppo di servizio, il ristoratore e per promuovere il vino del nostro territorio”.

Giulia Tellerini


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