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Fermopesca generalizzato in Adriatico? Federpesca chiede un’alternativa

Peschereccio di Cesenatico

Finalmente il nuovo Ministro delle Politiche Agricole  si è pronunciato riguardo al fermo pesca in Adriatico. Le sue parole però, sono risultate assai indigeste. L’attuale proposta di un fermo pesca biologico uniforme generalizzato per tutto il Mar Adriatico dal 30 luglio al 9 settembre –  dal Friuli-Venezia Giulia alla Puglia – rende praticamente impossibile reperire pesce fresco pescato in questo tratto di mare nel periodo indicato.

Commentando le intenzioni del Ministro delle Politiche agricole, Gian Marco CentinaioFederpesca fa sapere che le imbarcazioni, impossibilitate ad uscire in mare, non potrebbero effettuare la ricostituzione degli stock.

Ecco qui le parole espresse all’ANSA dal presidente dei Federpesca, Federazione aderente a Confindustria,  Luigi Giannini:  “Il fermo si svolge durante la fase più calda della presenza turistica e sappiamo bene quanto l’enogastronomia sia un elemento di forte attrazione. Sarebbe un autogol, a vantaggio dei prodotti di importazione”.
La proposta di Federpesca, invece, è quella di frazionare il fermo pesca in Adriatico, sempre nell’ambito della forchetta indicata dalla ricerca scientifica, senza danneggiare il settore e il turismo. “Da anni chiediamo di riflettere su un fermo che non solo porti risultati concreti ma non porti alla caduta dei prezzi – precisa Giannini – alle imprese occorre una modulazione flessibile e calibrata dello sforzo di pesca nei mesi in cui si registra la riproduzione e l’accrescimento di taglia delle principali specie commercializzate e quindi già a partire dalla primavera. Nello stesso tempo serve proteggere la fascia costiera all’interno delle 4-6 miglia, quella più fragile dal punto di vista della conservazione”.

Nelle prossime ore Ferderpesca sottoporrà le proprie perplessità al Ministro Centinaio e alle Commissioni di Camera e Senato “affinché prendano coscienza di una delle questioni più controverse per il settore, sulla quale si gioca spesso il bilancio di un intero anno di attività”.

Di sicuro il settore della pesca è in crisi. Di pesce in mare ce n’è sempre meno per colpa di uno sfruttamento sproporzionato delle risorse e anche dell’inquinamento.  Da un lato fermarsi è quindi di primaria importanza.  Bisogna però trovare i giusti compromessi soprattutto tenendo conto che i pescatori aspettano ancora quanto dovuto per il fermo dello scorso anno.

 

 

 


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