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Il Trebbiano di Romagna: le tre varietà di un vino antico

Vino bianco

 

Oggi parliamo del Trebbiano di Romagna, il vino bianco ottenuto dalle uve omonime per una percentuale minima dell’85%. Queste uve, originarie del Mediterraneo orientale, sono conosciute, coltivate e apprezzate nel bacino del mare nostrum fin dalla remota antichità etrusca e greco-romana.

Non a caso Plinio il Vecchio, nel suo celebre Naturalis Historia, parla di un “vinum trebulanum”, che deriva da “trebula”, ovvero fattoria.

Questa definizione di “vino di fattoria” o “vino casereccio” viene descritta con più precisione dall’agronomo bolognese Pietro de’ Crescenzi nel 1300,  che parla di una “specie di uva, detta Tribiana, che è bianca con acini tondi, piccoli e abbondanti, che in giovane età non dà frutto ma crescendo diventa feconda”.

La presenza del Trebbiano in Emilia-Romagna è quindi documentata fin dal Medioevo, e tuttora si tratta del vitigno a bacca bianca più coltivato nella regione, con vari appezzamenti nelle province di Bologna, Forlì/Cesena, Rimini e soprattutto Ravenna. Vitigno resistente ai parassiti e molto produttivo, il Trebbiano dà origine a un vino discretamente alcolico di tonalità paglierine, dal gusto genuino e deciso anche se non particolarmente ricco.

Le sue qualità di versatilità e leggerezza lo rendono ideale per qualsiasi tipo di occasione informale, dal picnic alle cene, particolarmente indicato in accompagnamento a piatti di pesce o verdure. Servito di norma fra 8 e 10 gradi, può costituire un interessante aperitivo, specialmente nelle sue varietà spumante e frizzante.

Il Consorzio Vini di Romagna ci illustra infatti tre tipologie di Trebbiano: il Romagna Trebbiano, un bianco fresce ed armonico piuttosto sapido e leggero, molto dissetante. Il Romagna Trebbiano Spumante, molto secco tendente al brut dalla spuma fine e persistente, oppure in versione amabile e dolce da abbinare a dessert e dolci. Infine il Romagna Trebbiano Frizzante, che unisce ai sapori genuini delle uve Trebbiano una fresca e gradevole “frizzantezza”.

La scheda tecnica sul sito del Consorzio Vini di Romagna.


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