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Lòm a Mêrz, i fuochi magici della tradizione contadina diventano social

Lòm a Mêrz

Lòm a Mêrz

La Romagna, una terra storicamente vocata all’agricoltura, ogni anno alla fine di febbraio perpetua gli antichi riti propiziatori. Una specie di fuochi magici, che gli antenati accendevano per scongiurare la malasorte e le avversità meteorologiche.

Nel 2020 a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 la manifestazione “Lom a Merz” (i lumi di marzo) era stata annullata. Nel 2021, però si è deciso di riprendere l’antico rito propiziatorio romagnolo accendendo i falò nelle aie tra fiabe e racconti.
Si tratterà, però, di un’edizione “virtuale” e non in presenza.

Le origini

I falò propiziatori erano un’usanza con la quale si intendeva celebrare l’arrivo della primavera e invocare un’annata favorevole per il raccolto nei campi, ricacciando il freddo e il rigore dell’inverno. Un significato preciso: incoraggiare e salutare l’arrivo della bella stagione, bruciando i rami secchi e i resti delle potature.

Ogni anno, negli ultimi tre giorni di febbraio e nei primi tre di marzo, ci si radunava nelle aie, si intonavano canti e si danzava intorno ai fuochi (al fugarèn), mangiando, bevendo e soprattutto divertendosi.

Il 2021

Appuntamento dal 26 febbraio al 3 marzo, dopo il tramonto, l’accensione dei fuochi tornerà nelle aie delle case di campagna in vari Comuni dei territori di Ravenna, Forlì e Imola. Quella del 2021 sarà, però, un’edizione diversa dal passato da vivere in maniera virtuale e social.

Ecco cosa ha scritto Lea Gardi – la presidente dell’Associazione Il Lavoro dei Contadini –  nel programma della manifestazione: “In occasione dei Lumi, quest’anno vi invitiamo a seguirci sui social e sul nostro sito, dove con dirette dalle aziende agricole, saranno accesi i fuochi nei sei giorni della tradizione. Saranno inoltre realizzati video per l’occasione per conoscere la terra e le tradizioni, le piante, gli animali e le produzioni enogastronomiche della Romagna. […]  Con il rito propiziatorio del fuoco che riscalda e illumina, ci vogliamo augurare vicendevolmente di bruciare definitivamente l’ ultimo anno e di riporre le nostre speranze in una stagione migliore”

La manifestazione

Da Riolo Terme a Faenza, da Brisighella a Civitella di Romagna, ma anche Gambellara, Imola e Bagnacavallo sono tanti i luoghi e le aziende coinvolte in questa iniziativa che porterà ancora una volta ad accendere grandi falò nelle aie romagnole. Tra fuochi, racconti e musiche rivive l’antica tradizione popolare.

Oltre al tema del fuoco, come rito propiziatorio, saranno proposte le favole e i miti della tradizione romagnola. Si tratta di un patrimonio appartenente all’immaginario collettivo, quella parte di cultura e di tradizioni storicamente tramandate oralmente di generazione in generazione e che incarnano i riti, le usanze ed i costumi della nostra terra.

Nel passato, in campagna, intere generazioni di bambini  ascoltavano le favole riuniti nel tepore delle stalle: qui, le sere d’inverno, prendevano vita i racconti fantastici di “Mazzapegol”, di “Piri Pireta”, della “Bisciabova”: un mondo popolato da streghe, folletti, draghi, lupi cattivi… erano storie per sognare un mondo fantastico, ma anche un modo per diffondere precisi insegnamenti morali.

“Il Lavoro dei Contadini”

In particolare, nell’area di Ravenna, la manifestazione viene organizzata da un gruppo di Imprenditori Agricoli riuniti in un’Associazione denominata “Il Lavoro dei Contadini”. L’associazione ha come obiettivo quello di promuovere il territorio, valorizzando i prodotti tipici, e recuperando le tradizioni, l’arte e la cultura contadina.

I valori della tradizione rurale vengono promossi attraverso una serie di iniziative che, in base alle occasioni e agli eventi, coinvolgono anche altre aziende agricole, artigiani, artisti e istituzioni ed enti come nel caso di “Lòm a Mêrz”.

Per informazioni:
Il Lavoro dei Contadini Faenza (Ra)
Cell. 339.4939961
E-Mail | Web |

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