Vi è mai capitato un Mazapegul in casa? Non è un insetto, né un acaro, né un qualche tipo di roditore. Il Mazapegul è un folletto romagnolo, retaggio delle antiche leggende dei Celti, di cui siamo tutti discendenti. Abbiamo spulciato fra miti, leggende e aneddoti popolari per raccontarvi il carattere e le malefatte di questa eccentrica bestiolina.
Non si può certo dire che sia bello. Non ha il fascino di un elfo o di una ninfa, tanto per intenderci. Ritratto come un incrocio fra un omuncolo e uno scimmiotto, ha un pelame grigio e un viso semi-umano. Indossa inoltre un caratteristico berretto rosso. Non sempre è un ospite gradito! Come tutti i folletti fa dispetti e usa poteri magici per provocare brutti sogni e far sparire oggetti.
Panico ingiustificato e incubi sono tipici sintomi di un’infestazione. Nelle campagne, poi, era solito disturbare anche gli animali nella stalla. La paura di questa creatura spingeva il contadino a chiamare un sacerdote o un esorcista per liberarsene.
Proprio così, questi folletti romagnoli hanno un’autentica passione per le belle fanciulle (se no che Romagnoli sarebbero?). Spesso, di notte, il mostriciattolo entra nelle camere delle belle ragazze e fa loro dei complimenti. Se la ragazza in questione è gentile, il folletto le procurerà buona fortuna; in caso contrario, le farà ogni sorta di dispetto.
Uno dei segni distintivi della sua presenza in casa è il berretto rosso lasciato sul pozzo. Se qualcuno gli ruba il berretto e lo getta nel pozzo potrà dirsi salvo dalle sue incursioni. Lo potrà però sentire lamentarsi per lunghe notti della sua cattiva sorte chiedendo: dam indrì e’ mi britin! dam indrì e’ mi britìn! (dammi indietro il mio berettino). Infatti, privo del berretto magico, lo spiritello perde i suoi singolari poteri.
Numerose le furbizie che chi abitava in campagna poteva metter in atto per tenere lontano questo spiritello che incarnava sensualità e passione erotica: dal forcone sotto al letto o nelle stalle, alla scopa davanti alla porta, all’inevitabile ricorso al sacerdote.
Ora se potessimo… ci faremmo un selfie!