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Non sprecare alimenti aiuta il pianeta e il portafoglio

Spreco alimentare

Lo spreco alimentare

In questo periodo storico in cui le risorse del pianeta sono un bene in rapido esaurimento e la malnutrizione regna ancora sovrana in numerose parti del mondo, non sprecare è diventato una necessità imprescindibile.
Ci riferiamo in particolare agli sprechi alimentari, soprattutto perché oltre il 60% degli sprechi avviene all’interno delle mura domestiche. Saremmo quindi noi per primi a dover agire per invertire questa tendenza.

I dati

L’Italia con le sue 270 tonnellate di cibo sprecato è il peggior Stato Europeo negli ultimi vent’anni. Il JRC, ossia il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, ha monitorato e controllato lo spreco alimentare, confermando che quest’ultimo non si limita più al solo consumatore finale. È stato infatti sviluppato un nuovo metodo di ricerca, attraverso il quale si riesce a monitorare lo spreco alimentare su tutta la filiera dei prodotti alimentari.  Resta comunque alta la percentuale di spreco alimentare causato dal consumatore finale, circa il 68%. Con questo nuovo metodo vengono distinti due momenti:

  1. Pre-consumer waste: lo spreco alimentare che viene a formarsi prima della vendita;
  2. Post-consumer waste: ossia lo spreco dopo la vendita, indica lo spreco del consumatore finale.

Gli oltre 270 milioni di tonnellate fanno riferimento prodotti freschi come frutta e verdura – su questi alimenti siamo i peggior “spreconi” – carne, pesce, cereali ma anche formaggi. Dal 2000 al 2017 l’Italia ha il primato di peggior sprecone, al secondo e terzo posto troviamo Spagna e Germania.

Ma veniamo ai dati del 2021. Si stima che in Italia venga sprecato, ogni anno, 67 kg di alimenti per abitante (fonte: Coldiretti), per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate di spreco. A livello mondiale, invece, ogni anno, viene sprecato 1 milione di tonnellate di alimenti, circa 121 kg di cibo a persona.

Lo spreco alimentare ha delle conseguenze negative, a cascata, su economia e ambiente. Facendo un breve calcolo, per esempio, si stima che il 17% di quanto viene coltivato nel mondo viene buttato. È chiaro l’impatto economico e ambientale, grandi ettari di terreno coltivabili vengono utilizzati per alimenti che verranno eliminati, scartati e buttati.

Il vademecum

Vogliamo quindi qui ricordare il Vademecum contro lo speco redatto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Una lista di suggerimenti che prende in esame 3 momenti: quando facciamo la spesa, quanto siamo a casa e quando leggiamo le etichette dei prodotti. Sicuramente le indicazioni si avvicinano notevolmente alle regole dettate dal buon senso, ma vale la pena leggerle ancora una volta se serve a ridurre ulteriormente gli spechi.

#iononspreco e voi?

IO NON SPRECO – quando faccio la spesa
1. Prima della spesa controllo in dispensa e in frigorifero e scrivo una lista dei prodotti che servono effettivamente
2. Acquisto prodotti freschi più spesso e in quantità giusta
3. Scelgo frutta e verdura con la giusta maturazione
4. Se acquisto prodotti preconfezionati scelgo la quantità adatta ai miei bisogni
5. Leggo sempre l’etichetta per conoscere la scadenza
6. Se faccio scorte di prodotti, consumo prima quelli con la data di scadenza più vicina o comprati prima

IO NON SPRECO – quando sono a casa
7. A tavola servo porzioni adeguate senza esagerare nella quantità. Se mangio al ristorante chiedo la family bag o doggy bag
8. In frigorifero ogni ripiano ha una sua temperatura che permette di conservare in maniera ottimale i cibi
9. Conservo bene i prodotti con le confezioni già aperte
10. Se ho avanzi nel frigorifero li impiego per realizzare nuove ricette

IO NON SPRECO – quando leggo l’etichetta
11. Se sull’etichetta leggo ” da consumarsi entro” significa che oltre quella data non devo consumare il prodotto.
12. Se sull’etichetta leggo “da consumarsi preferibilmente entro” significa che posso consumare il prodotto oltre la data riportata senza rischi per la salute


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