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Quando la vongola è “fuorilegge”, la multa e dietro l’angolo

Spaghetti con le vongole (al purazi)

Spaghetti alle vongole (poverazze) addio? Sembra uno scherzo ma potrebbe essere la verità. Era nell’aria, ma ora, dopo il fermo pesca, quasi l’intero comparto della pesca alle vongole dell’Adriatico ha incrociato le braccia.

Il motivo è presto detto: un’ordinanza dell’Unione Europea che fissa la misura minima delle vongole che possono essere pescate e messe in commercio in 25 mm.

Ora, il fatto di stabilire delle regole è senza dubbio corretto, l’ambiente va preservato ed è giusto combattere la pesca indiscriminata che distrugge i fondali e compromette lo sviluppo naturale dei molluschi.

La taglia minima per le vongole è stata introdotta in Italia alla fine degli anni ’60 per essere ripresa poi nelle norme di Bruxelles, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è il Regolamento comunitario dei controlli che ha intensificato l’azione delle forze dell’ordine e, quindi, le sanzioni, creando problemi alle imprese che devono pagare costi salati anche a fronte di quantitativi minimi di pescato sotto taglia del tutto accidentali.

Bisogna poi tenere conto del mutamento delle condizioni ambientali e delle trasformazioni intervenute nell’habitat di questi molluschi. L’acqua del mare, infatti, a causa dell’aumento dell’afflusso di acqua dal Po, sta diventando troppo dolce e questo di fatto riduce la velocità di accrescimento delle vongole, che così sempre più spesso non riescono a raggiungere quei famosi 25 mm richiesti dall’UE.

Per questo, anche dopo il fermo pesca, molte vongolare non hanno ripreso il mare. Difficile trovare un mollusco che rientri nei parametri stabiliti, quindi per non rischiare multe meglio rimanere ormeggiati in porto. Il settore della pesca alle vongole in Adriatico, molto fiorente negli anni ’80 con un pescato di circa 120.000 tonnellate l’anno, si è nel tempo drasticamente ridotto fino ad arrivare alle 20.000 tonnellate del 2014. Per quest’anno la pesca viene effettuata unicamente dalle Marche in giù con l’impiego di un terzo delle imbarcazioni autorizzate.
A onor del vero, con questi controlli,  a rischiare non sono unicamente i pescatori, le multe, infatti, vengono comminate anche a commercianti, pescherie e ristoratori e non si tratta di sole sanzioni pecuniarie (4.000,00 €) ma scatta anche una denuncia penale per danneggiamento ambientale.

Dal nostro punto di vista ci auguriamo che chi di dovere, a Bruxelles, faccia la propria parte affinché sulla nostra tavola un debba mai mancare un buon piatto di spaghetti alle vongole, quelle locali però, non le vongole veraci, i cui produttori nel Nord Europa non vedono l’ora di invadere il nostro mercato.

Una ultima parola: resistiamo e difendiamo i nostri prodotti, locali o nazionali che siano!


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