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Viaggio nel cuore enologico di Romagna, tra Sangiovese e Albana

Calice di vino rosso

 

Nel 2017 si è celebrato un traguardo importante per i due vitigni più rappresentativi della tradizione enologica romagnola, ovvero i 50 anni dell’approvazione a DOC del Sangiovese e dell’Albana di Romagna, e i 30 anni della DOCG dell’Albana di Romagna, la prima denominazione controllata e garantita per un vino bianco in Italia. Ripercorriamo quindi brevemente la storia di questi ultimi 50 anni.

Nel 1962 è stato costituito il Consorzio Vini di Romagna, con il nome Consorzio per la difesa dei vini tipici romagnoli e denominazione d’origine, in vista, 5 anni dopo, della prima denominazione a DOC in Romagna, e della 15esima a livello nazionale, per il Sangiovese, e 20 anni dopo della DOCG per l’Albana. Oggi il Consorzio è formato da 117 soci che rappresentano quasi 6mila viticoltori.

Il nuovo disciplinare della DOC prevede per il Sangiovese le tipologie Novello, Superiore e Riserva.
Il Romagna Sangiovese e il Romagna Sangiovese Superiore hanno un’unica zona di produzione, quella prevista attualmente per il Sangiovese di Romagna.

Nel 2011, invece, sono state aggiunte anche le menzioni geografiche con 12 sottozone: Bertinoro, Brisighella, Castrocaro – Terra del Sole, Cesena, Longiano, Meldola, Modigliana, Marzeno, Oriolo, Predappio, San Vicinio, Serra. La menzione aggiuntiva della sottozona aiuta a qualificare ulteriormente i prodotti, creando interesse nella conoscenza dei luoghi e delle tradizioni di questo importante vino.

Le sottozone rappresentano anche meravigliosi itinerari turistici, alla scoperta di sapori, produttori e luoghi storici. Tra le diverse vallate e sottozone,  presso le aziende e le cantine degli appassionati viticoltori, è infatti possibile degustare e percepire differenze e caratteristiche dei Sangiovesi d’annata, Superiori e Riserve. Nelle aziende agricole e artigiane, l’occasione invece per  assaggiare prodotti tipici e nelle osterie e nei ristoranti gustare la cucina di casa.

Si dice che il Sangiovese di Romagna (Sanzvés) contenga il carattere dei romagnoli, e che sia per questo franco, esuberante, schietto, robusto e ospitale: allo stesso tempo ruvido all’esterno, ma sincero e delicato all’interno. È un signor vino, che si accompagna a numerose pietanze della tradizione culinaria locale, con tutte le minestre casalinghe condite con ragù di carni, con arrosti misti e grigliate, con i classici castrato e cosciotto d’agnello, con selvaggina e cacciagione, nonché con stracotti e brasati.


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