Un’Esperienza Gastronomica a Santarcangelo: L’Osteria da Oreste

Prenotare un tavolo al ristorante è divenuto, negli ultimi tempi, un’attività che richiede programmazione anticipata per assicurarsi un posto nel proprio locale preferito. Tuttavia, questo aspetto ha anche un lato positivo: l’attesa stessa contribuisce all’appetito, amplificando l’anticipazione del piacere conviviale. La Romagna pullula di incantevoli borghi storici, ognuno con locali che offrono serate piacevoli. Abbiamo scelto l’Osteria da Oreste, immersa nel suggestivo contesto medievale di Santarcangelo di Romagna, sulla via Emilia nell’entroterra riminese. Il fascino del borgo, con i suoi palazzi antichi e le stradine acciottolate in leggera salita, invita alla lentezza e all’assaporamento del momento. Siamo arrivati poco prima dell’orario prenotato, concedendoci una passeggiata prima di entrare all’Osteria al tramonto. Accolti calorosamente, ci siamo sistemati in un grazioso tavolino per due sul terrazzo, sotto un pergolato. L’atmosfera è rilassante, un rifugio tranquillo dove la fretta è bandita e ci si lascia coccolare dalla quiete, godendo di ottimo cibo e vino. Il menu mette in evidenza l’utilizzo di prodotti locali, quasi in ogni piatto, a testimonianza di un forte legame con il territorio e di un’economia sostenibile che valorizza le eccellenze. Abbiamo iniziato con un antipasto: una bruschetta con lardo di Mora Romagnola, pesche e dragoncello, accompagnata da Franciacorta biodinamica. Il servizio è stato rapido ed impeccabile; l’inaspettato connubio di sapori – il lardo che si scioglie in bocca, le pesche e il tocco aromatico del dragoncello – ci ha conquistati. Per secondo, abbiamo optato per i manfrigoli mantecati con seppia e strigoli, una rivisitazione moderna di un piatto tradizionale romagnolo. La delicatezza dei sapori, la consistenza dei manfrigoli e della seppia, perfettamente bilanciati, hanno creato un’esperienza gustativa armoniosa. Abbiamo proseguito con il calamaro ripieno, pappa al pomodoro e guazzetto: un piatto visivamente attraente e delizioso. La cottura perfetta del calamaro, insieme al ripieno e alla pappa al pomodoro, creava un equilibrio di sapori impeccabile. Infine, due dessert diversi hanno completato il pasto: Cioccolato al sale, arachidi e lamponi e Pesche al sambuco, robiola di pecora e melica al mais. Entrambi, nella loro originalità, riflettevano appieno la filosofia dell’Osteria da Oreste, dove il gusto è sempre al suo posto.

Redazione

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