Esperienza Gastronomica all’Archebuse di Carpinello

Lasciamo il centro storico di Forlì e ci dirigiamo verso Carpinello, in direzione del mare. Una luminosa insegna ci guida verso l’Archebuse, un locale rustico e genuino, ricavato da un’antica casa colonica ristrutturata. L’accoglienza calorosa di Luca e l’atmosfera intima ci avvolgono fin dall’ingresso. L’ambiente, spazioso e luminoso, presenta un arredamento semplice ma elegante, tipico della tradizione romagnola, creando un’atmosfera rilassata e informale.

Il menù, onesto e sincero come il locale stesso, celebra i sapori autentici della regione. I piatti tradizionali romagnoli, leggermente rivisitati, mettono in risalto ingredienti selezionati con cura, provenienti perlopiù da produttori e allevatori locali. Salumi, formaggi e carni, esposti in modo invitante, sono il fiore all’occhiello del locale e vengono scelti personalmente dall’oste. La pasta fresca e la piadina, preparate giornalmente dalla sfoglina, offrono una varietà di formati classici (tra cui passatelli, cappelletti e tagliatelle) con condimenti creativi ma sempre legati al territorio. Le proposte del giorno, variabili in base alla stagionalità, completano la carta.

La cantina, fiore all’occhiello dell’Archebuse, vanta oltre 400 etichette, curate da un sommelier esperto e visibili nella veranda. La selezione include vini locali e una vasta scelta di etichette nazionali, tra cui il vino della casa, prodotto dall’azienda Ballardini.

Abbiamo iniziato con il tagliere di salumi, un must del locale: crudo di Parma 30 mesi dell’azienda Il Gazzolo, mortadella Favolacotta e salame di Nero di Parma, serviti con piadina fatta in casa. I salumi, tagliati al coltello, sprigionavano intensi profumi. Il crudo, ben stagionato e dolce; la mortadella, ricca di sapore; il salame, dal caratteristico grasso dei suini neri di Parma. A corredo, un soufflé di squacquerone con battuto di pomodoro e pesto di rucola, un connubio di sapori dolci, aciduli e leggermente amari.

Tra i primi, abbiamo assaggiato i cappelletti con pancetta, rucola e pepe nero, e i passatelli asciutti al burro, rosmarino e crema di zucca. I cappelletti, con il loro ripieno di squacquerone, erano perfettamente bilanciati tra dolcezza e sapidità, mentre i passatelli, consistenti e delicati, erano esaltati dalla crema di zucca e dal rosmarino.

Per secondo, abbiamo optato per lo spiedone di carne alla piastra con patate: una generosa porzione di carne succulenta e tenera, con vari tagli di manzo, salsiccia e guanciale, un vero omaggio alla cucina romagnola.

Abbiamo concluso con gli scrocccadenti all’Albana, un dolce tradizionale della zona.

Grazie Luca per questa bellissima esperienza gastronomica, un’autentica rappresentazione della cucina romagnola! 27/01/2020 Giulia Valentini

Redazione

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