L’arte di coltivare la terra, paragonabile alla poesia e alla pittura, come scrisse Wordsworth, trova perfetta espressione nei campi ordinati di Bordonchio. Osservati dall’alto, questi appezzamenti evocano un quadro impressionante, riflesso di una passione agricola profondamente radicata nella storia di questa zona. Ricca di antichi insediamenti romani e di una florida attività rurale medievale, l’area ancora oggi celebra la cucina contadina, autentica e genuina. Proprio tra San Vito e Igea Marina, in mezzo ai campi, sorge l’Osteria della Contessa, un tempo edificio adibito all’allevamento del bestiame dei Conti Spina, il cui castello quattrocentesco si erge, quasi nascosto, tra folti pioppi. Oggi, sotto la guida di Michele e Rosa, l’osteria conserva alcuni elementi originali: la disposizione delle sale, un tempo stalle e mungitorie, e gli antichi ganci di ferro alle pareti. L’edificio, ristrutturato con gusto, offre un’architettura pulita ed elegante, con un ampio parcheggio e uno spazio esterno ideale per banchetti all’aperto. L’interno, suddiviso in diverse stanze, conserva un’atmosfera intima nonostante la sua ampiezza, grazie alle mura in mattoncini, al pavimento originale, alle colonne, al legno, al ferro battuto della scala, al calore del camino acceso e ai tovagliati rustici. Questi elementi testimoniano un forte legame con le sue radici rurali. I proprietari, originari della Puglia, hanno abbracciato la filosofia della cucina tradizionale romagniola, valorizzando pochi ingredienti di alta qualità e la profonda conoscenza della materia prima. Michele, che gestisce l’osteria dal 2004, dopo averci lavorato per anni, realizzando così un suo sogno, afferma: “In Romagna, si mangia romagnolo!”. La degustazione inizia con un ricco antipasto di salumi misti e squacquerone con piadina fatta in casa, un preludio ai due primi piatti eccezionali. I cappelletti al formaggio di fossa, con la loro sfoglia sottile e ricca di uova, e il condimento intenso del formaggio stagionato, rappresentano un’esperienza culinaria romagnola autentica. A seguire, i tortellacci ai funghi porcini offrono una nota selvatica, richiamando i profumi dell’entroterra collinare. Le porzioni abbondanti e ben condite sono un altro segno distintivo dell’Osteria. Un’esperienza romagnola completa include anche un “taglio di carne”, come direbbero i locali. Rosa, aiutata da Alessandro, presenta una battilarda ricca di patate arrosto, verdure grigliate e piadina, con un filetto di carne cotto su una suggestiva piastra di sale himalayano riscaldata a 250 gradi. Michele, nel suo giro tra i tavoli, racconta la sua storia, il suo amore per la Romagna e la sua integrazione nella cultura culinaria locale. Un tocco pugliese è presente nel menu: funghi in crosta di piadina, un piatto rivisitato che fonde le tradizioni delle due regioni. La crosta di piadina racchiude un cuore di funghi al pomodoro, un piatto semplice ma ricco di sapore, che evoca ricordi di infanzia legati al pane inzuppato nei sughi della nonna. Per concludere, il dolce di pera e mascarpone, accompagnato da limoncello, rappresenta un epilogo perfetto per questa esperienza gastronomica autentica e genuina.
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