La capacità di meravigliarci di fronte alla semplicità e alla passione è un dono prezioso. Una visita alla Trattoria La Giuggiola, a pochi chilometri da Ravenna, ci ha permesso di riscoprirlo. Situata a San Marco, questa trattoria, frutto del sogno di Monica D’Angelo e Matteo Boraschi, ex imprenditori edili, nasce da una piccola mensa per bambini. Trasformando un vecchio capannone, hanno creato un’accogliente sala da circa trenta coperti. L’ambiente è caratterizzato da un’atmosfera familiare e calda, impreziosita da travi in legno a vista e oggetti di antiquariato contadino: una vecchia grattugia, una tappatrice per bottiglie, strumenti per la lavorazione del Parmigiano Reggiano, tutti elementi che aggiungono fascino alla sala dalle pareti color salmone. Un imponente tavolo da falegname all’ingresso, e un leggio per le dediche dei clienti, completano l’arredo. Monica, moglie dello chef Matteo, ci ha accolto con gentilezza, trasmettendoci la passione e la cura che dedica a questo progetto. L’apparecchiatura è semplice, ma raffinata: tovagliette di carta riciclata con il logo della trattoria, arricchiscono i tavoli in legno scuro, impreziositi da piccole statue in terracotta realizzate a mano da Anna Tazzarini (in vendita per gli interessati), raffiguranti figure tipiche della cucina romagnola. Un dettaglio significativo è l’olio extravergine di oliva: in eleganti bottiglie da profumo, è quello della Tenuta del Monsignore di San Giovanni in Marignano, esempio di attenzione verso i piccoli produttori locali. Questa filosofia si riflette anche nella carta dei vini, prevalentemente romagnoli (Ragone, Castrocaro Terme, Villanova di Ravenna, Bertinoro, Bagnacavallo), con qualche eccezione proveniente dall’Alto Adige, Abruzzo o Marche. Il menù è un invito alla scoperta: piatti creativi e originali, con accostamenti inusuali ma di grande equilibrio. Tra gli esempi: strozzapreti al cacao con succo d’arancia biologica, guancia di vitello con purè di sedano e buccia d’arancia, filetto con cacao e caffè. L’entrée, una crema di zucca e porcini guarnita con microgreens (germogli ricchi di nutrienti), anticipa la qualità degli ingredienti. Il soufflé di funghi porcini su spuma di burrata e pancetta di mora romagnola, con microgreens di piselli, presenta diverse consistenze e temperature. Il pane e la piadina, preparati con grani antichi (Senatore Cappelli, Gentil rosso, Grano Verna), sono una vera delizia. Monica ci spiega che la spesa viene fatta il venerdì e il sabato mattina, scegliendo solo prodotti artigianali a chilometro zero, per una cucina che va dal produttore al consumatore. I “Cappelletti Giuggiola”, conditi con colatura di alici, cime di rapa e microgreens di piselli, sono un capolavoro di gusto e presentazione. Il ripieno, a base di formaggio Caffierro delle Fosse Brandinelli, è originale e saporito. Il maialino da latte cotto a bassa temperatura, in salsa alla birra artigianale, è un piatto delicato e raffinato, presentato con purè di carciofi e zafferano, pistacchi e miele di castagno. Il tiramisù, rivisitato con squacquerone e biscotti fatti in casa, completa un pasto impeccabile. Matteo e Monica, coltivando il proprio grano, realizzano un ciclo virtuoso che esalta la qualità dei prodotti e il rispetto delle stagioni. La loro cucina è passione, ricerca, etica, una filosofia che si traduce in piatti genuini e salutari, regalando un’esperienza gastronomica indimenticabile. Provato il 06/12/2019 – Marta Cordisco
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