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Da semplice cibo a protagonista di un intero museo: il prosciutto di Parma è molto più di quello che pensate

Il Museo del Prosciutto di Parma è un museo etnografico dedicato al prosciutto e agli altri salumi della zona: cosa c’è da sapere sulla sua storia.

Il prosciutto di Parma ha una storia lunghissima: basti pensare che affonda le sue radici nell’epoca romana, anche se ha trovato il suo massimo sviluppo ed è stata riconosciuta come attività a sé stante solo verso la fine del Medioevo.

Oggi è celebre in tutto il mondo non solo per via delle peculiarità nutrizionali – per la sua produzione non vengono utilizzati né additivi né conservanti, ma solo carne e sale – anche per il suo simbolo, l’ormai celebre “corona”, il marchio che viene impresso a fuoco solo sull’originale.

Il prosciutto di Parma, quindi, è più di un semplice alimento: lo sanno bene gli emiliano-romagnoli ma non solo. Sì, perché grazie all’omonimo museo, situato a Langhirano – la sua capitale, in un certo senso – tutti possono conoscerne la storia e assaporarne la tradizione.

Il Museo oggi sorge all’interno dell’ex Foro Boario – complesso interamente restaurato – e questo ne accresce ulteriormente il valore perché la sua genesi ha consentito, tra le altre cose, anche la rinascita di questo luogo che, negli anni, ha contribuito allo sviluppo economico di questa terra e che oggi è visto anche come uno strumento di lettura e comprensione dell’attività alimentare odierna.

La storia del museo del prosciutto di Parma

In una terra fertile, delimitata a Nord dal Po e a Sud dall’Appennino, e compresa tra le valli dell’Enza e dello Stirone, fin dall’antichità era una delle forme di lavoro più diffuse l’allevamento dei suini, favorito soprattutto dalla presenza delle querce e, quindi, delle ghiande.

Branchi di suini pascolavano nelle aree boschive circostanti e così le popolazioni di origine celtica  decisero – grazie anche alle sorgenti e ai pozzi di acqua salata di Salsomaggiore e Rivalta – di concentrare il loro lavoro sulla conservazione delle carni.

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Il Museo oggi

Organizzato in otto sezioni, il percorso di visita al Museo inizia dalla descrizione de territorio, per poi passare alle razze suine e alle varietà utilizzate per la produzione del Prosciutto di Parma e poi al sale e alla sua storia, visto come elemento fondamentale nella conservazione degli alimenti. Proprio nella terza sezione, infatti, vi è una raccolta di sali provenienti da tutto il mondo.

La visita al Museo poi prosegue con la sala dedicata alla norcineria tradizionale e i suoi attrezzi: qui è possibile visionare documenti storici sull’attività della macellazione e un campionario di antichi oggetti impiegati da generazioni di norcini per la lavorazione delle carni. Si continua poi con il racconto degli altri salumi tipici del territorio, della gastronomia e con una descrizione più dettagliata degli attrezzi per la preparazione degli stessi. Infine viene raccontata l’attività del Consorzio del Prosciutto di Parma, che garantisce la qualità di questo alimento. Conclude la visita l’assaggio alla Prosciutteria del Museo e al negozio dei prodotti d’eccellenza del territorio.

Anna Gaia Cavallo

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