Globalmente, si stima che ogni anno vengano sprecati circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari a un terzo della produzione destinata al consumo umano. In Europa, la cifra è altrettanto allarmante: circa 153 milioni di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura annualmente. Questi dati sono particolarmente preoccupanti alla luce della crescente povertà e dell’impennata dei prezzi alimentari. Lo spreco alimentare, inoltre, rappresenta un enorme dispendio di risorse energetiche e idriche: la produzione del cibo sprecato ogni anno richiede circa 250 km³ di acqua, una quantità equivalente a cinque volte il volume del Lago di Garda. In Italia, secondo i dati del report 2022 dell’Osservatorio Waste Watcher, ogni cittadino getta via circa 30 chili di cibo all’anno. La frutta (27%), seguita da cipolle, aglio e patate (17%), pane (16%), verdure (16%) e insalata (15%), sono i prodotti maggiormente destinati allo spreco, mentre la carne rappresenta una percentuale minore. Nel nostro Paese, il 70% dello spreco alimentare proviene dai consumi domestici e fuori casa, il 20% dalla distribuzione e vendita al dettaglio, e il 10% dal settore agricolo (dati Crea, 2020). Questo si traduce in perdite economiche considerevoli: 3 miliardi di euro per le imprese e 6,5 miliardi per i consumatori, per un totale di quasi 10 miliardi di euro. Interessante notare come i giovani tra i 25 e i 34 anni dimostrino maggiore sensibilità verso l’impatto ambientale, mentre le persone over 75, grazie all’esperienza maturata nel corso degli anni, tendono a sprecare meno cibo. La fascia di età intermedia, invece, mostra una minore attenzione alla lotta allo spreco. Le tecnologie digitali offrono strumenti preziosi per contrastare questo fenomeno, facilitando la connessione tra rivenditori con eccedenze e consumatori interessati ad acquistare prodotti a prezzi scontati tramite apposite app. Numerose associazioni sul territorio collaborano con i supermercati per destinare gli alimenti in scadenza alle persone bisognose. La FAO, con una guida di 15 consigli, invita a piccoli cambiamenti nelle abitudini quotidiane per un grande impatto globale. Tra le principali raccomandazioni: pianificare i pasti e stilare liste della spesa, acquistare solo il necessario, privilegiare frutta e verdura con imperfezioni estetiche ma in perfetto stato, conservare correttamente gli alimenti, leggere attentamente le etichette, ridurre le porzioni, utilizzare gli avanzi, compostare i rifiuti organici, sostenere i produttori locali, privilegiare il consumo di pesce da pesca sostenibile, ridurre il consumo d’acqua, smaltire correttamente i rifiuti pericolosi e consumare più legumi e verdure. La condivisione del cibo in eccesso tramite app che mettono in contatto vicini e aziende locali è un’altra strategia efficace. In definitiva, una maggiore consapevolezza e un impegno collettivo sono fondamentali per ridurre significativamente lo spreco alimentare e promuovere un sistema alimentare più sostenibile.
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