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Deliziosi Scroccadenti Romagnoli: un’antica ricetta di famiglia

I profumi più intensi evocano spesso ricordi indelebili. L’aroma che mi accoglie ogni volta che entro in cucina, caldo e familiare, mi riporta all’infanzia: il profumo dei biscotti della nonna. Oggi voglio condividere con voi la ricetta di un dolce tradizionale romagnolo, gli Scroccadenti, biscotti alle mandorle simili ai cantucci toscani, una dimostrazione della condivisione di tradizioni culinarie. L’origine del nome è sempre stata per me un mistero. Forse, data la consistenza secca e la presenza di mandorle intere, il loro caratteristico “scrocchio” sotto i denti è all’origine del nome? Da piccola ero convinta che fossero volutamente così duri e rumorosi per impedire di mangiarli di nascosto! In ogni caso, sono irresistibili: uno tira l’altro, soprattutto se accompagnati da un ottimo bicchiere di Albana passita, altro gioiello enogastronomico della nostra regione. Ecco la ricetta, tratta dal sito della Strada dei Vini e dei Sapori di Forlì-Cesena: 330 grammi di farina, 150 grammi di zucchero, 50 grammi di burro, 3 uova, 100 grammi di mandorle pelate, mezza bustina di lievito (8 grammi). Amalgamare tutti gli ingredienti, eccetto un tuorlo e le mandorle, in una ciotola capiente fino ad ottenere un impasto consistente e uniforme. Aggiungere altra farina se l’impasto risultasse troppo molle. Unire infine le mandorle intere. Con le mani leggermente inumidite, formare tre cilindri e disporli, ben distanziati, su una teglia foderata con carta da forno. Spennellare la superficie con il tuorlo d’uovo rimasto (eventualmente diluito con un po’ d’acqua). Cuocere in forno già caldo a 180 gradi per circa venti minuti, finché i cilindri non saranno leggermente dorati, lievitati e sodi. La parte più delicata: estrarre la teglia dal forno e, su un tagliere, tagliare i cilindri in fette utilizzando un coltello dalla lama lunga e affilata (come quello da minestra). Queste fette sono i nostri Scroccadenti. Il taglio deve essere netto, rapido e deciso, con entrambe le mani ben appoggiate sulla lama.

Redazione

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