In Romagna, come in molte altre regioni italiane, il fritto di pesce di piccola taglia è un piatto tradizionale. La sua denominazione, “fritto di paranza”, deriva dalle tipiche imbarcazioni usate per la pesca a strascico, le paranze, un tempo comuni nelle marinerie italiane. In origine, costituiva un pasto frugale per i pescatori: mentre i pesci più grandi e pregiati venivano venduti al mercato, quelli più piccoli, meno apprezzati, venivano fritti e consumati a bordo. Oggi, questo piatto povero è diventato un apprezzato e ricercato secondo di pesce, ricomparendo nei menu di numerosi ristoranti. Mentre i classici fritti misti di pesce includono spesso gamberi e calamari, talvolta anche alici, il fritto di paranza si distingue per la varietà di pesci di piccola taglia utilizzati, che possono variare a seconda del pescato giornaliero. Tra questi si possono trovare, a titolo esemplificativo: alici, triglie, merluzzetti, moletti, sogliolette, zanchette, latterini, sugarelli e piccoli saraghi. La preparazione è semplice: il pesce, infarinato, viene immerso in olio bollente per una frittura rapida, quindi sgocciolato su carta assorbente. Servito ben caldo, è spesso accompagnato da fette di limone, il cui succo molti apprezzano come condimento.
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