Le reti da pesca sono state nuovamente calate nelle acque dell’Adriatico. Dopo il periodo di fermo biologico, dal 7 settembre la marineria di Cesenatico ha ripreso la sua attività a pieno regime. Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, tra le 40 e le 50 imbarcazioni lasciano il porto all’alba, portando avanti un’antica tradizione tramandata di generazione in generazione. Sebbene la tecnologia abbia mitigato la durezza del lavoro, la pesca rimane un’arte che richiede forza fisica, esperienza e profondo rispetto per il mare, un elemento che detta i tempi e le condizioni di lavoro. Il mare Adriatico rappresenta una risorsa fondamentale per Cesenatico, rendendo il suo mercato ittico uno dei più dinamici della riviera romagnola e un punto di riferimento regionale, certificato dalla norma ISO 9002. Oltre 200 persone lavorano direttamente nel settore della pesca, con un numero ben maggiore se si considera l’intera filiera. La varietà di specie ittiche pescate a Cesenatico è vasta, comprendendo quasi tutte quelle presenti nel Mediterraneo. Tra settembre e ottobre, le triglie e le canocchie sono particolarmente abbondanti, ma l’Adriatico offre anche mazzancolle, seppie, cefali, crostacei, molluschi, sgombri e altre delizie, disponibili sia al mercato ittico che nei numerosi ristoranti del porto canale. La flotta cesenaticense, composta da circa novanta imbarcazioni (75 locali e 15 da porti limitrofi), è costituita prevalentemente da piccole imbarcazioni che inizialmente pescano entro sei o sette miglia dalla costa romagnola, raggiungendo distanze maggiori solo in caso di pescato scarso. La pesca richiede pazienza e prontezza: si lanciano le reti, si attende e ci si sposta in base ai banchi di pesce, con i pescatori che si segnalano a vicenda le zone più produttive. Due principali tecniche di pesca vengono impiegate: la pesca divergente e la pesca volante. La prima, praticata da imbarcazioni singole con reti a cono, cattura specie come scampi, sogliole, merluzzi e calamari. La seconda, invece, utilizza due imbarcazioni che trainano una rete a mezz’acqua, ideale per il pesce azzurro (alici, sarde, sugarelli, cefali). L’Adriatico è una fonte inesauribile, producendo annualmente migliaia di tonnellate di pesce, con stime che superano i 30.000 quintali e un giro d’affari di milioni di euro. Come sottolinea Gabriele Teodorani, direttore del Mercato Ittico di Cesenatico, nel 2013 e nel 2014 sono state vendute circa un milione e mezzo di chili di pesce. Ogni mattina, i pescatori cesenaticensi tornano a riva, portando con sé il frutto del loro duro lavoro e della loro passione per il mare.
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