Le piadine romagnole sono tutte uguali? Assolutamente no! Sebbene esista la piadina IGP, la realtà è molto più ricca e variegata, con numerose varianti locali e persino familiari, tipiche di una tradizione culinaria consolidata. Un’importante distinzione riguarda le dimensioni e lo spessore, che variano sensibilmente tra il Cesenate e il Riminese. Nella zona costiera, tra Riccione e Rimini, la piadina è tipicamente più sottile e larga, mentre nell’entroterra presenta uno spessore maggiore, arrivando fino a 3 mm e un diametro compreso tra 23 e 30 cm. Nel territorio di Cesena e dintorni, incluso il litorale, lo spessore varia dai 4 ai 10 mm, con un diametro più piccolo, dai 15 ai 30 cm. Procedendo verso sud, lo spessore diminuisce: la piadina di Riccione è la più sottile, seguita da quella di Rimini, quindi Forlì-Cesena, e infine quella ravennate, la più spessa. Per quanto riguarda gli ingredienti, la base rimane invariata: acqua, farina e sale. Tuttavia, si riscontrano differenze nella scelta di aggiungere bicarbonato, strutto, o latte al posto dell’acqua, a dimostrazione di una personalizzazione diffusa che rende ogni piadina unica. In definitiva, la piadina è un elemento essenziale della gastronomia romagnola, un vero e proprio “pane” che, se assente dalla tavola per più di una settimana, lascia un vuoto incolmabile!
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