La Romagna, pur essendo una regione di dimensioni contenute rispetto al resto del mondo, è un territorio ricco di tradizioni e spesso fonte di accesi dibattiti. Uno dei più longevi riguarda la piadina “perfetta”: spessa o sottile, piccola o grande? Le discussioni sono infinite! Gli appassionati più tradizionalisti prediligono lo strutto di maiale romagnolo, mentre chi preferisce un’opzione più salutare utilizza olio extravergine d’oliva. L’uso del lievito è altrettanto controverso: alcuni lo evitano completamente, preferendo un pizzico di bicarbonato. E poi c’è la farina: rigorosamente di tipo 1, la meno raffinata, più ricca di crusca, e quella usata tradizionalmente nelle case contadine, autentico luogo d’origine della piadina. Ma la preparazione non si limita all’impasto: la cottura è altrettanto fondamentale. Idealmente, si dovrebbe usare una teglia di terracotta, come quelle di Montetiffi, ma anche una padella di ghisa romagnola, a superficie piana, garantisce ottimi risultati. In definitiva, non esiste una singola piadina “migliore”: ogni paese, ogni famiglia ha la sua variante, rendendola unica e incancellabile nella memoria di chi la assapora. Il vero segreto della piadina più buona risiede nei ricordi: sapori che evocano emozioni profonde. Non esiste una ricetta per questo, ma una nonna o una madre che, preparando migliaia di piadine, aggiungono un ingrediente impagabile: l’amore.
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