Cibo in Romagna-Romagnaatavola
I residenti in Emilia-Romagna amano ancora pranzare a cenare fuori? Uno studio ha risposto a questa domanda (e a tante altre).
La salute inizia dalla tavola, c’è poco da aggiungere. E lo hanno capito bene soprattutto i romagnoli, a quanto si evince dall’indagine realizzata da Nomisma per conto di Confesercenti, finalizzata a comprendere e approfondire i cambiamenti in atto nella ristorazione.
A quanto pare, spingendoci al di fuori dei confini romagnoli, il 46% degli italiani (quasi uno su due cioè) ritiene che l’alimentazione sia fondamentale per assicurarsi una vita sana e un benessere fisico e psicologico.
Restando in territorio romagnolo, questa tendenza pare essere confermata: il 27% dei cittadini emiliano-romagnoli, quando si siede a tavola, sceglie soprattutto ciò che è salutare e preferisce un mix tra tradizione e territorialità (48% e 44% del campione).
Pare, infatti, che l’origine degli ingredienti sia anche più importante del loro contenuto calorico (rispettivamente 46% e 35%).
“Il cibo è divertimento”, afferma il 60% dei residenti in Emilia-Romagna. Ma non potrebbe esserci divertimento se non ci fosse qualità.
Dalla relazione, però, emerge anche un altro dato interessante: l’80% degli intervistati, infatti, è solito consumare pasti fuori casa (che siano ristoranti, bar, pub), ma di questi circa il 21% è intenzionato a ridurre la spesa entro un anno. Il motivo è molto chiaro: bisogna risparmiare. Solo nel 2024, non a caso, è calato del 5% il numero delle famiglie disposte a pranzare e cenare fuori.
A dispetto del trend in calo, però, va specificato che in Emilia-Romagna le persone tendono a concedersi un pasto fuori per svariate motivazioni: per il 46% è un momento di piacere e gratificazione personale, per il 27% una forma di evasione dalla routine, per il 54% solo un pretesto per stare con gli amici mentre per il 37% una scusa per socializzare.
In che modo gli emiliano-romagnoli scelgono dove andare a mangiare? Esistono vari indicatori: il 77% guarda soprattutto il tipo di cucina mentre il 54% il prezzo. Il 96% degli intervistati, però, ritiene che avere spazi all’aperto sia sempre comunque un valore aggiunto.
Due giovani su tre, in ogni caso, mangiano fuori casa almeno una volta a settimana e il 40% vuole aumentare la spesa. C’è però da aggiungere che la posizione del locale pare avere un ruolo determinante: il 54% degli intervistati, infatti, predilige il centro delle città, contro il 39% della periferia e il 21% in campagna. Nel mezzo – circa il 50% – chi invece sceglie ristoranti, pub ed esercizi pubblici nella prima periferia.
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