Dal 29 luglio al 27 agosto 2019, l’Adriatico romagnolo osserverà un periodo di fermo pesca, esteso rispetto agli anni precedenti con ulteriori periodi di sospensione, da 7 a 17 giorni a seconda della zona di pesca. L’obbligo, valido fino al 31 dicembre, conferma il limite di 180 giorni di pesca per i piccoli pelagici negli anni a venire, come stabilito dal Ministero. Coldiretti Impresapesca lancia un monito ai consumatori: l’indisponibilità di pesce fresco italiano durante il fermo pesca aumenta il rischio di frodi commerciali. Si segnala la vendita di specie ittiche importate spacciate per prodotti nazionali, tra cui pangasio del Mekong come cernia, filetto di brosmio come baccalà, halibut come sogliola, polpo vietnamita come prodotto italiano, squalo smeriglio come pesce spada, e pesce ghiaccio al posto del bianchetto. Anche altre sostituzioni sono frequenti: pagro al posto del dentice rosa, vongole turche e gamberetti provenienti da Cina, Argentina o Vietnam, questi ultimi spesso trattati con antibiotici vietati in Europa. A fronte dell’obbligo di tracciabilità (indicazione di zona di pesca e stato di freschezza), Coldiretti auspica una maggiore trasparenza, estendendo l’informazione obbligatoria anche ai menù dei ristoranti.
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