Niente più Pane con questo disturbo: i medici te lo tolgono subito | Peccato perché quasi tutti ne soffrono

Quando è bene evitare il pane? (Immagine di repertorio - Foto di azerbaijan_stockers da Freepik) - romagnaatavola.it
Un alimento che accompagna da sempre la tavola degli italiani può diventare un problema in presenza di un disturbo molto diffuso: ecco cosa sapere.
Il pane è considerato da sempre il simbolo della convivialità.
Lo troviamo in tutte le culture, in mille varianti e abbinamenti: fragrante appena sfornato, tostato per colazione, o come compagno insostituibile di piatti tradizionali.
Eppure, non sempre questo alimento così comune è ben tollerato dall’organismo.
Alcuni disturbi digestivi, infatti, possono rendere difficile consumarlo senza provare fastidi, tanto che i medici spesso consigliano di limitarne l’assunzione o di scegliere con attenzione il tipo di pane da portare a tavola.
Le situazioni in cui peggiorano i sintomi
In generale, il pane non è un alimento da demonizzare: fornisce energia, fibre e carboidrati complessi utili al benessere quotidiano. Tuttavia, ci sono situazioni in cui può peggiorare sintomi già presenti. A fare la differenza non è solo la quantità consumata, ma anche il tipo di pane scelto e il momento in cui lo si mangia.
Molti prodotti da forno industriali, ad esempio, contengono additivi, grassi e zuccheri che possono appesantire la digestione. Pane molto condito, focacce ricche di olio, versioni troppo salate o con ingredienti che irritano la mucosa gastrica non sono indicati per chi ha una digestione delicata. Anche abitudini scorrette come mangiare in fretta, alzarsi subito da tavola o consumare carboidrati abbondanti prima di coricarsi aumentano il rischio di malesseri.
Una sensazione di pienezza e fastidio
Il disturbo più comune in cui il pane viene spesso messo sotto accusa è il reflusso gastroesofageo, una condizione che colpisce moltissime persone e che provoca bruciore, rigurgito acido e fastidi allo stomaco. Tuttavia, i medici sottolineano che il pane non va necessariamente eliminato: non è tanto il pane in sé a rappresentare un problema, quanto piuttosto il tipo specifico, la quantità consumata e gli abbinamenti che si scelgono a tavola. Le versioni integrali o poco raffinate, ad esempio, risultano generalmente più digeribili rispetto al pane bianco, grazie al contenuto di fibre che facilitano la digestione e stabilizzano la glicemia, mentre il pane bianco ricco di amidi raffinati può essere poco digeribile e accentuare la sensazione di pienezza e fastidio gastrico.
Anche le varianti ai cereali, al farro o alla segale sono un’alternativa valida, purché non troppo condite o ricche di semi difficili da digerire. Da limitare invece prodotti da forno ricchi di grassi, formaggi o insaccati, focacce troppo unte o pane industriale con strutto o grassi aggiunti, che rallentano lo svuotamento gastrico. Essenziale, in caso di reflusso, è anche adottare uno stile alimentare sano: mangiare lentamente, non esagerare con le quantità, preferire il pane leggermente tostato, non sdraiarsi subito dopo i pasti e dividere il consumo di pane durante la giornata. Con questi accorgimenti, anche chi soffre di reflusso può continuare a gustare il pane, scegliendo la tipologia più adatta senza rinunciare al benessere!