Acquistare generi alimentari è un’attività quotidiana, affrontata da ognuno con approcci diversi: c’è chi corre tra gli scaffali, chi esplora con curiosità, chi sceglie con meticolosa attenzione. Ma su cosa basiamo le nostre decisioni? Intuito, prezzo o buon senso? Come affermava un noto filosofo, “siamo ciò che mangiamo”, e le etichette, pur presentando talvolta informazioni complete e chiare, altre volte offrono indicazioni vaghe e poco trasparenti. Una ricerca dell’Università di Göttingen, in Germania, ha studiato l’influenza delle informazioni nutrizionali sulla quantità degli acquisti, rilevando tattiche commerciali fuorvianti. Molti produttori riportano i valori nutrizionali riferendosi a porzioni ridotte, per presentare dati apparentemente più allettanti. Una porzione più piccola (es. 50 g invece di 100 g) riduce artificialmente le percentuali di calorie, sale, grassi e zuccheri. Lo studio ha esaminato 61 prodotti (24 yogurt e 37 biscotti) in oltre 1500 punti vendita. Nei prodotti yogurt, ridurre la porzione di riferimento del 50% ha portato ad un aumento medio del 4% delle vendite. Al contrario, nei biscotti, la variazione della porzione non ha avuto un impatto significativo sulle vendite, forse perché la scelta è guidata dal gusto piuttosto che dalla salute. In conclusione, la presentazione delle informazioni nutrizionali può portare a un’inconsapevole assunzione eccessiva di calorie, con ripercussioni sia sulla salute che sul bilancio familiare.
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