Questa piadina, simbolo della cucina romagnola, è un esempio di semplicità e sapore intenso, ottenuti con pochi ingredienti genuini. Un tempo, nelle campagne romagnole, soprattutto il venerdì, la saraghina era un pesce comunemente acquistato dalle famiglie contadine. Il suo prezzo contenuto non rifletteva una scarsa qualità, ma la facilità di reperibilità e la difficoltà di conservazione. La tradizione prevedeva la cottura della saraghina alla brace, accompagnata da radicchio e cipolla stufata leggermente con aceto. Un bicchiere di Sangiovese completava il pasto, trasformandolo in una vera festa. Ecco la ricetta: Ingredienti: 2 piadine romagnole, 500 g di saraghina, 80 g di pangrattato, 1 mazzetto di prezzemolo, 2 spicchi d’aglio, 4 scalogni romagnoli, 100 g di radicchio selvatico, olio extravergine d’oliva, sale di Cervia, 4 cucchiai di aceto rosso, pepe nero macinato. Preparazione: Pulite la saraghina, eliminando testa e viscere (lasciando la lisca, tenera e quasi cartilaginea). Preparate una panatura con pangrattato, aglio tritato, prezzemolo, sale, olio e pepe. Impanate la saraghina, eliminando il pangrattato in eccesso e disponetela su una teglia con carta forno. Cuocete a 200° per 5-6 minuti. Intanto, condite il radicchio pulito con olio, sale, pepe e aceto. Affettate finemente gli scalogni e saltateli in padella con olio, aceto e sale (oppure usateli crudi). Farcite le piadine a metà con la saraghina, il radicchio e la cipolla. Servite subito.
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