Rinascita dell’Osteria di du butò a Solarolo: una storia di passione e sapori romagnoli

L’Osteria di du butò di Solarolo, fondata nel 1965 dai fratelli Giovanni e Luciano Zoli, trae il suo nome da una grande botte, anticamente impiegata come cantina e poi divisa in due, che costituisce l’ingresso del locale. La sua storia è costellata di cambiamenti, arrivando fino ai giorni nostri. Dopo anni di attività, i fratelli Zoli cedettero l’attività allo chef Andrea Pini di Solarolo. Tuttavia, con la successiva partenza dello chef per il Giappone, la nuova gestione non ebbe successo e l’osteria chiuse i battenti. Ma la storia non finisce qui. Nel 2019, lo chef Michele Ravaglia, in collaborazione con Mirca Celotti e il sommelier Julisan Ramoz (proveniente da un decennale servizio al Ristorante San Domenico di Imola, due stelle Michelin), decise di rilanciare l’osteria, riportandola alle sue origini. Con un approccio giovane e determinato, il 11 gennaio 2020, l’osteria riaprì le sue porte, rinnovata nell’aspetto ma fedele alla tradizione. L’ambiente interno conserva il suo fascino originale, impreziosito da tocchi moderni e richiami retrò, come ampi specchi con cornici dorate ed elementi d’arredo e decorazioni floreali. Gli spazi sono connessi da ampie aperture ad arco, creando un’atmosfera ariosa e suggestiva. La cucina propone rivisitazioni di piatti tradizionali romagnoli, a base di carne e pesce, utilizzando prevalentemente prodotti locali. Carne e ortaggi provengono direttamente dalla macelleria e dall’ortofrutta del paese, garantendo freschezza e qualità. Lo chef Michele, sottolinea con orgoglio la produzione interna di ogni pietanza, dal pane ai dolci, dalle marmellate alle passate di pomodoro, fino alla frutta sciroppata. Tra le creazioni più note dello chef spiccano i cappelletti alla spirulina, raviggiolo, rapa rossa, crema di zafferano e nocciole tostate, oltre alla tartare di manzo e al polpo. Particolarmente apprezzati sono anche i menù degustazione di carne e pesce, e i menù a tema proposti periodicamente dallo chef. L’ampia cantina vanta oltre 210 etichette, con vini locali, nazionali e alcune selezioni internazionali. Nonostante l’inaugurazione sia coincisa con l’inizio della pandemia e il conseguente lockdown, i tre soci hanno saputo adattarsi, offrendo servizi di asporto e consegna a domicilio, costruendo una fedele clientela. La più grande soddisfazione per Michele? Ascoltare i commenti entusiasti degli ospiti che, all’uscita, affermano: “Era tanto tempo che non mangiavo così bene!”. Un risultato che premia la passione e la dedizione di questa squadra.

Redazione

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