Tradizione e Innovazione all’Osteria da Paco: Un’Esperienza Gastronomica Romagnola

Nell’Osteria da Paco, a Bora di Mercato Saraceno, nella bassa valle del Savio, la passione per l’arte culinaria e l’ospitalità tramanda un’eredità di quattro generazioni. Oggi, Fabio e Denis, noti come “chi burdèl”, mantengono viva questa tradizione familiare, celebrando i sapori autentici del territorio. Il cuore pulsante dell’Osteria è la cucina romagnola, con pasta fatta a mano, tirata ancora con il mattarello, e carni cotte alla brace di legna, in particolare il capretto, specialità della casa. Ma l’offerta va oltre: i fratelli hanno introdotto un menu stagionale e una raffinata carta dei vini, focalizzata sui prodotti locali, con particolare attenzione al Sangiovese. L’impegno per l’utilizzo di ingredienti di provenienza locale è evidente: la scottona, ad esempio, proviene da un allevamento di Sant’Agata Feltria, mentre i salumi, realizzati da Fabio, utilizzano carni di animali allevati nell’azienda agricola dello zio. Il viaggio culinario inizia con un tagliere di salumi, “ad chi burdèl”, dove il prosciutto di un produttore locale si affianca a salame, coppa, pancetta, lardo e salsiccia, preparati con maestria da Fabio per ricreare sapori tradizionali. L’equilibrio dei sapori è evidente, con un’attenta dosatura del sale che esalta il gusto naturale delle carni. La coppa e il salame, in particolare, presentano note speziate, mentre il salame si distingue per la sua consistenza morbida e la sua magra composizione. Il tagliere è completato da un pecorino dolce poco stagionato e da una giardiniera, con funghetti particolarmente gustosi. Come primo, Denis, ideatore della carta dei vini in collaborazione con il sommelier Gilles Degboe Coffi, consiglia le “caramelle”, un piatto innovativo che rappresenta lo spirito di “chi burdèl”. Questi bocconcini di pasta fresca, ripieni di porcini e serviti su una crema di parmigiano e tartufo nero estivo, sono un piatto ricco e ben bilanciato, dove la cremosità del formaggio si sposa perfettamente con la croccantezza del tartufo. Sebbene non propriamente estivo, il piatto si rivela gradevole anche alle alte temperature. La specialità della casa, il capretto cotto alla brace, non poteva mancare. La cottura, che dona alla carne un sapore e un aroma inconfondibili, prevede due tagli differenti, entrambi cucinati a puntino. Il filetto, in particolare, si distingue per la sua straordinaria tenerezza. Per concludere, un leggero sorbetto alla maracuja, fresco e piacevolmente fruttato, un ottimo modo per terminare il pasto e salutare Fabio e Denis con un arrivederci. Iscriviti alla newsletter per rimanere aggiornato su ricette, eventi e manifestazioni!

Redazione

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