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La produzione vinicola romagnola del 2014: un raccolto inferiore alle aspettative

Nel 2014, la produzione di vino a livello nazionale ha subito un’importante flessione, un trend che ha interessato anche l’Emilia-Romagna, sebbene in misura minore rispetto alla media italiana. Secondo i dati di Assoenologi, la produzione nazionale si è attestata sui 40 milioni di ettolitri, registrando un calo del 17% rispetto all’anno precedente. In Emilia-Romagna, la contrazione è stata del 10%, ma la Romagna ha accusato un impatto più significativo. Le condizioni meteorologiche estive, caratterizzate da instabilità e temperature sotto la media, hanno influenzato negativamente la crescita delle uve. Solo nell’ultima settimana di agosto il ritorno del sole ha consentito l’inizio della vendemmia, con la raccolta di varietà precoci come Pinot bianco e Chardonnay, la cui qualità è stata compromessa dallo stato sanitario delle bacche. I mosti ottenuti presentavano una bassa gradazione alcolica, elevata acidità malica e pH molto bassi, pur offrendo buone basi per la produzione di spumanti. Anche settembre è stato caratterizzato da una successione di perturbazioni alternate a periodi di tempo più stabile. In Romagna, la raccolta del Merlot è iniziata nella seconda settimana di settembre, seguita dal Trebbiano a metà mese, quest’ultimo con gradazioni alcoliche basse e elevata acidità totale. Il Pignoletto, grazie alla robustezza del suo grappolo, ha invece mostrato una buona resistenza alle malattie, beneficiando del clima fresco. Albana e Sangiovese, al contrario, hanno risentito maggiormente delle condizioni climatiche, producendo uve acerbe e in alcuni casi danneggiate. La coltivazione del Sangiovese, che necessita di escursioni termiche importanti per una maturazione fenolica ottimale, si è rivelata particolarmente difficile, richiedendo una severa selezione delle uve durante la pigiatura a causa dell’eterogeneità della maturazione e di problemi fitosanitari. In Emilia, una forte grandinata ha colpito la zona del Sorbara (Modena), causando una riduzione della produzione di Lambrusco del 2-3%, nonostante le buone quantità raccolte. A Reggio Emilia, si è registrato un aumento del 7% della produzione di Ancellotta rispetto all’anno precedente, ma con una diminuzione del 30% della materia colorante e una gradazione alcolica inferiore. Nelle province di Parma e Piacenza, la situazione è risultata frammentata, con aree in crescita e altre in calo. In Emilia, la produzione è rimasta sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente, mentre in Romagna si è registrato un calo del 15%, portando ad una diminuzione complessiva del 10% per l’intera regione.

Redazione

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