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Il Bursôn: Un Tesoro Vitivinicolo della Bassa Romagna

La Romagna sta vivendo un periodo di riscoperta dei suoi vitigni autoctoni, dando vita a vini che rispecchiano profondamente il territorio d’origine. Il Consorzio Il Bagnacavallo, già noto per il Rambëla, si distingue per la valorizzazione di un altro gioiello enologico: il Bursôn. Questo vino, emblema della Bassa Romagna e delle aree circostanti, deve la sua esistenza ad Antonio Longanesi, detto “Bursôn”, nato nel 1921. La sua storia inizia con la scoperta di una vite selvatica, inusuale per la sua dolcezza e la straordinaria resistenza fino all’autunno inoltrato. Una prima vinificazione, nel 1996, portò alla creazione di un vino di circa 14 gradi, progenitore dell’attuale Bursôn, prodotto usando esclusivamente le uve, dette appunto “Bursôn”, che ne portano il nome. Il risultato è un robusto vino rosso di pianura, dal colore rubino intenso con riflessi granati. Al naso, si rivelano aromi di ciliegie, more, frutti di bosco, con delicate note speziate di tabacco e vaniglia. In bocca, si presenta vigoroso, corposo e tannico, ma ben equilibrato, con una persistenza piacevole e un finale lievemente fruttato. Attualmente, il Bursôn è disponibile in due versioni: Etichetta Blu ed Etichetta Nera. La versione Etichetta Blu, dopo macerazione e fermentazione in cisterna d’acciaio (15 giorni), affina per 10-12 mesi in botti di rovere da 500 litri, prima di un ulteriore affinamento in bottiglia di almeno 6 mesi. L’Etichetta Nera, invece, prevede il passaggio in appassimento del 50% delle uve, seguito da fermentazione (12-14 giorni) e affinamento in cisterna d’acciaio (15 giorni), quindi 12 mesi in botti da 500 litri e ulteriori 12 mesi in grandi botti, prima della commercializzazione dopo almeno 6 mesi di riposo in bottiglia. Un vino versatile, il Bursôn si abbina splendidamente a primi piatti saporiti come lasagne o tagliatelle al ragù, e a secondi di carne, grigliate miste, brasati e stufati. L’Etichetta Nera, grazie al lungo affinamento, esalta la sua complessità, rivelandosi perfetto con piatti intensi come selvaggina, tartufo o stinco al forno.

Redazione

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