Piadina Romagnola: Indicazione Geografica Protetta Conseguita

La Commissione europea ha ufficialmente conferito il prestigioso riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (IGP) alla piadina romagnola, sancendo così la sua autenticità e origine. La Direzione generale Agricoltura, responsabile della registrazione delle denominazioni di origine, ha pubblicato il Regolamento di Registrazione (Gazzetta Ufficiale UE Regolamento N. 1174/2014), aprendo la strada alla commercializzazione ufficiale della piadina romagnola/piada romagnola, compresa la variante riminese. Solo i produttori che rispettano il disciplinare approvato, operanti esclusivamente in Romagna, potranno utilizzare la denominazione IGP. Questo successo celebra la vittoria non solo del Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola, artefice del lungo iter burocratico, ma dell’intera Romagna, della sua storia, tradizioni e prodotti tipici. Il presidente Elio Simoni ha sottolineato l’importanza di questo strumento normativo per contrastare le imitazioni esterne, garantendo ai consumatori un prodotto controllato e di qualità, contraddistinto dal logo europeo e da un marchio speciale. Simoni ha ringraziato le istituzioni che hanno supportato l’iniziativa, tra cui la Regione Emilia-Romagna, il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, e le associazioni Confartigianato e Cna della Romagna. Il percorso per ottenere l’IGP è stato lungo e complesso, durato oltre dieci anni, culminando con l’invio della domanda alla Commissione Europea nel dicembre 2012. Dopo oltre 17 mesi di approfonditi esami, il 21 maggio scorso la Direzione generale ha concluso l’istruttoria, pubblicando la domanda di registrazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Un periodo di tre mesi è trascorso per verificare eventuali eccezioni da parte degli altri Stati membri, senza che si verificassero contestazioni. L’approvazione del disciplinare, che definisce gli elementi costitutivi della Piadina Romagnola (storia, tradizioni, area geografica, materie prime), è stata un passaggio cruciale. Gli ingredienti base sono: farina di grano tenero, acqua, sale (massimo 25 grammi) e grassi (strutto, olio di oliva o extravergine, massimo 250 grammi). Sono consentiti anche lieviti (fino a 20 grammi), ma sono vietati conservanti, aromi e additivi. La lavorazione prevede l’impasto, la stesura (a mano o con macchinari) e la cottura (200-250°C, max 4 minuti). L’IGP richiede la confezione nella zona di produzione, con due varianti: una più spessa e piccola (15-25 cm di diametro, 4-8 mm di spessore) e una riminese, più sottile e grande (23-30 cm di diametro, fino a 3 mm di spessore).