Piatti saporiti per la Settimana Santa | Sapori di Romagna

La Quaresima, periodo di penitenza cristiana, richiama alla memoria le antiche usanze di digiuno e astinenza da cibi ricchi di grassi, alcolici e, in alcuni casi, carne. Un tempo, le verdure e il pesce erano i protagonisti indiscussi delle tavole. Le tradizioni popolari del Medioevo raffiguravano addirittura la Quaresima come una figura dimessa, incoronata di aglio e acciughe, con un piatto di pesce in mano, simbolo della frugalità imposta. Si narra che, in alcuni villaggi di montagna, si strofinasse un piccolo pesce sul pane per donargli sapore. Oggi, fortunatamente, la cucina quaresimale non è più sinonimo di privazioni gustative. L’abbondanza di ingredienti freschi della dieta mediterranea permette di preparare piatti leggeri e deliziosi. In passato, violare le regole del “mangiar magro” era un grave reato; Carlo Magno, ad esempio, arrivò a stabilire la pena di morte per chi consumava carne durante la Quaresima. La mancanza di carne e grassi animali portava, quindi, a piatti a base di polenta, ortaggi, legumi, zuppe, pasta ripiena di erbe aromatiche e, naturalmente, pesce. Sebbene aragoste e caviale fossero un lusso, il “pesce povero” era e rimane l’ingrediente principe. Un esempio emblematico è il Baccalà alla Cappuccina, ricetta molto diffusa nel nord-est Italia. Il baccalà, dopo un’accurata fase di ammollo e infarinatura, viene stufato a fuoco lento con un soffritto di cipolla e alloro, arricchito da sardelle, pinoli, uva passa, scorza di limone, sale, pepe, zucchero, cannella e, elemento caratterizzante, cacao amaro grattugiato. Sfumato con brodo vegetale e vino, il baccalà viene poi passato al forno, cosparso di pangrattato, fino a ottenere una dorata crosticina. Si serve da solo o accompagnato da polenta. In definitiva, il “mangiar magro” non implica rinunciare al piacere del gusto! Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato su ricette, eventi e manifestazioni!