Pasta: un alleato inaspettato per il benessere alimentare

Anche se la primavera tarda ad arrivare e il clima fresco invita a vestirsi a strati, molti, dopo le abbondanti festività pasquali, si interrogano su come smaltire i chili di troppo accumulati durante l’inverno. La prova costume è ancora lontana, ma è opportuno iniziare a pensare alla forma fisica per l’estate. Quali alimenti privilegiare, dunque? Se amate la pasta, abbiamo buone notizie. Spesso i carboidrati sono banditi, o drasticamente limitati, nei regimi alimentari dimagranti. Tuttavia, la pasta, contrariamente a un’opinione diffusa, è stata parzialmente “riabilitata” e può essere parte integrante di un’alimentazione sana. Una recente ricerca canadese ha infatti dimostrato che la pasta, a differenza di molti carboidrati raffinati, possiede un basso indice glicemico (IG). L’IG misura l’incremento della glicemia – la concentrazione di zuccheri nel sangue – dopo l’assunzione di un alimento. Dipende dalla rapidità di digestione e assorbimento, ed è espresso in percentuale rispetto all’aumento glicemico indotto da glucosio o pane bianco (IG 100). Un valore inferiore a 55 indica un basso IG, tra 56 e 69 un IG medio, superiore a 70 un IG elevato. Lo studio, condotto dalla ricercatrice italo-canadese Laura Chiavaroli, ha evidenziato che la pasta non ha causato aumento di peso o di massa grassa. Anzi, l’analisi ha mostrato una lieve perdita di peso. I partecipanti allo studio hanno consumato mediamente 3,3 porzioni di pasta a settimana, sostituendo altri carboidrati, con una perdita di circa mezzo chilo in 12 settimane. Gli autori precisano che i risultati si applicano alla pasta consumata in un contesto alimentare a basso IG, sottolineando la necessità di ulteriori studi per confermare l’effetto sulla perdita di peso in altri contesti dietetici. Quindi, pur non potendo esagerare con le porzioni durante una dieta, se si segue un regime alimentare basato sull’indice glicemico, la pasta può essere un’opzione valida.