Esplorando i pregiati vini dei Colli Imolesi

Esplorando i pregiati vini dei Colli Imolesi

L’area dei Colli di Imola, un tesoro enologico romagnolo, si estende su nove comuni: Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Castel San Pietro Terme, Fontanelice, Imola, Ozzano dell’Emilia e il pittoresco borgo medievale di Dozza. I vigneti, adagiati sulle colline e nelle valli scavate dai fiumi Santerno, Sillaro e Sellustra, impreziosiscono un paesaggio già ricco di attrattive naturali, come il suggestivo Parco della Vena del Gesso. La tradizione vitivinicola della zona risale al Medioevo: documenti del XIV secolo citano l’Albana e altri vitigni bianchi come Trebbiano, Malvasia e Verdea. Già nell’Ottocento, i vini imolesi godevano di grande fama, arricchendosi con l’introduzione di varietà francesi quali Chardonnay, Pinot, Sauvignon e Cabernet Sauvignon. Questa diversità di uve si rispecchia nell’attuale produzione, caratterizzata da un’ampia gamma di vini di qualità e caratteristiche uniche rispetto ad altre zone vitivinicole regionali. La denominazione offre cinque tipologie di bianchi – Bianco, Bianco Superiore, Pignoletto, Trebbiano e Chardonnay – sia fermi che frizzanti, e cinque rossi – Rosso, Novello, Sangiovese, Cabernet-Sauvignon e Barbera – ognuno con la sua versione Riserva, e frizzante per il Barbera. Tutti i vini vantano la Denominazione di Origine Controllata (DOC), elevata a DOCG per l’Albana prodotta nell’area imolese. La complessa varietà di vitigni, specchio della variegata morfologia del territorio, genera un altrettanto ricco spettro di sapori, abbinamenti culinari e interpretazioni: dal giudizio severo di Carducci sul Barbera Imolese (“un vino troppo duro”), alla descrizione più lusinghiera di Monelli (“uno dei pochi vini di sesso femminile”). Per scoprire chi aveva ragione, non resta che assaggiarli! Seguiteci per ricette, eventi e manifestazioni! Iscrivetevi alla newsletter!