Un viaggio gustativo nel tempo: riscopriamo le giuggiole

Le giuggiole: un tesoro autunnale spesso trascurato. In un periodo di transizione tra le stagioni, dove frutti maturi convivono con quelli appena raccolti, grazie a tecniche di conservazione non sempre ottimali, ci chiediamo: è la stagionalità a essere ignorata, oppure il mercato ci impone prodotti fuori stagione per mero profitto? La risposta è complessa, influenzata da fattori spesso opachi al consumatore, come gli interessi economici che guidano la produzione. Questi interessi, purtroppo, minacciano la sopravvivenza di varietà frutticole pregiate, come le giuggiole, la cui coltivazione risulta costosa e la domanda limitata. I frutti dimenticati rischiano di scomparire dalle nostre tavole, privano le nuove generazioni di sapori tradizionali. Originarie delle aree tropicali asiatiche, le giuggiole prosperano in Africa, Estremo Oriente e bacino del Mediterraneo; un tempo diffuse in Europa, i Romani ne introdussero la coltivazione in Italia. Questo frutto versatile può essere gustato fresco, essiccato, o conservato sotto spirito. Perfetto per confetture, sciroppi, e come ingrediente per dolci e biscotti, offre una gamma di possibilità culinarie. Ma le giuggiole non sono solo deliziose; vantano proprietà medicinali note sin dall’antichità, utilizzate nella medicina tradizionale cinese e coreana per alleviare stress, stipsi e infiammazioni. Studi recenti ne confermano le proprietà benefiche per il sistema cardiovascolare, il metabolismo e la salute vascolare. Nonostante questi pregi, le giuggiole sono state soppiantate da colture più redditizie, subendo un progressivo declino. Invitiamo quindi a riscoprire questo frutto antico, a gustarlo e a farlo conoscere ai più giovani, preservando così un patrimonio culinario e una varietà di sapori a rischio di estinzione.