Il prezioso dono del mare: la seppia romagnola

In Romagna, la cucina celebra il mare con ingredienti freschi e genuini. Tra questi, la seppia dell’Adriatico occupa un posto di rilievo, apprezzata per il suo sapore unico e la sua consistenza delicata. Questo mollusco, che abita i fondali sabbiosi del nostro mare, raggiunge dimensioni di circa 30-40 centimetri e sfoggia una varietà di colori che svaniscono dopo la cattura. La primavera e l’autunno sono i periodi migliori per la pesca, coincidenti con le sue migrazioni riproduttive. Le seppie dell’Adriatico, si ritiene, siano una specie a sé stante, distinta da quelle del resto del Mediterraneo, fattore che sottolinea l’importanza della loro conservazione. Attualmente sono in atto programmi di gestione e protezione per garantire la sostenibilità di questa risorsa. La carne tenera e saporita della seppia si presta a diverse preparazioni. La cucina romagnola la esalta in stufati, umidi e brodetti, ma anche in primi piatti come il risotto di mare o i quadrucci, preparazioni tradizionali tramandate nel tempo. Ricette come i manfrigoli e le seppie con i piselli testimoniano la versatilità di questo ingrediente, protagonista di una gastronomia ricca di sapore e storia. L’importanza della seppia romagnola trascende persino la cucina, come testimonia la sua presenza nella letteratura, ad esempio nell’opera “Ossi di Seppia” di Eugenio Montale. Un invito quindi a gustare questa prelibatezza, apprezzando la ricchezza della tradizione culinaria romagnola e la sua attenzione alla sostenibilità.