L’ebbrezza delle giuggiole: un dolce detto d’amore

L’ebbrezza delle giuggiole: un dolce detto d’amore

In questo San Valentino, celebriamo un’espressione legata al cibo, perfetta per la festa degli innamorati: “andare in brodo di giuggiole”. Quanti l’hanno usata, ma quanti ne conoscono l’origine? L’espressione affonda le radici nel passato, derivando dal piacere gustativo di un decotto di giuggiole, dolce e appagante. Sebbene questa bevanda sia meno comune oggi, il significato figurato dell’espressione persiste, trascendendo il semplice piacere del palato. Secondo il Treccani, significa “esultare di gioia, traboccare di felicità”. È la stessa sensazione di beatitudine provata dinanzi all’amato, colpiti dalla freccia di Cupido, paragonabile al “sentire le farfalle nello stomaco”, dimostrando il legame tra amore e cibo. Ricordate l’ultima volta che avete provato questa intensa emozione? Con il passare degli anni, questa sensazione, come il brodo di giuggiole stesso, ha forse perso un po’ del suo sapore originario. Nell’era digitale, il corteggiamento si è evoluto, trasformandosi grazie a Facebook, WhatsApp e altri strumenti virtuali. Si è persa, però, la semplicità di un sussurro, di un fiore lasciato sul parabrezza o di un romantico tramonto condiviso. Per stupire chi amate, ritrovate il tempo per la presenza autentica, per un abbraccio sincero; altrimenti, per citare un noto film, potrebbero pensare che non siete abbastanza interessati. Restate aggiornati su ricette, eventi e manifestazioni! Iscrivetevi alla newsletter!