Tessuti romagnoli: un’eredità artigianale

Tessuti romagnoli: un’eredità artigianale

La Romagna, terra di laboriosi agricoltori e di un’inesauribile vena creativa, ha partorito una ricca tradizione di manufatti contadini. Tra questi, le tele romagnole stampate a mano spiccano per la loro storia affascinante. Queste tele, frutto di un ingegno povero ma straordinariamente fertile, si realizzavano prevalentemente con stampi lignei di pero, impiegando pigmenti naturali – ruggine e altre sostanze organiche e minerali – su tessuti di canapa coltivata localmente e tessuta in telaio domestico. Con pochi, semplici elementi, si creavano veri e propri capolavori. Le radici di questa arte tessile potrebbero addirittura risalire all’antico Egitto, dove la stampa a blocchi era già praticata in epoca faraonica, suggerendo una tecnica antichissima. La diffusione di queste tele in Romagna è documentata a partire dal XVII secolo, con le botteghe romagnole come ultime rappresentanti di una tradizione forse originaria di Roma, ben più estesa. Questi artigiani, utilizzando tecniche economiche e semplici, riproducevano tessuti, decori e ricami tipici delle classi abbienti. Nel tempo, gli ornamenti romagnoli conquistarono una certa popolarità, decorando non solo le coperte dei buoi, ma anche case e cucine con coperte, asciugamani, grembiuli, cuscini, trapunte, tende e tovaglie, articoli tuttora apprezzati. Purtroppo, la produzione industriale ha quasi cancellato questa antica arte. Come testimonia Aldo Spallicci, poeta e cultore delle tradizioni romagnole: “Nel 1910, soppiantata dalle mode straniere, l’industria langueva. Giacevano abbandonate in oscure botteghe di tintori, gli antichi stampi in legno, profondamente incisi dagli strumenti dei maestri artigiani”. Nonostante la scarsità di testimonianze, qualche piccolo laboratorio artigianale continua a produrre questi capolavori della civiltà contadina romagnola, custodendo gelosamente un’eredità preziosa.