Frutta, ma quale innocua: “Questa è un covo di tossine e pesticidi”: la ingerite e finite al pronto soccorso

Allarme pesticidi nella frutta (Immagine di repertorio - Foto da Freepik) - romagnaatavola.it
Un’allerta alimentare che preoccupa i consumatori: cosa si nasconde dietro la frutta che portiamo ogni giorno in tavola.
La frutta è da sempre sinonimo di benessere, colore e vitalità, il simbolo di una dieta equilibrata e un alleato prezioso per la salute.
Tuttavia, dietro questa immagine positiva può nascondersi una realtà molto diversa da quella che immaginiamo.
Alcuni recenti rapporti hanno infatti messo in luce una situazione preoccupante: non tutta la frutta che acquistiamo, soprattutto quella proveniente dall’estero, sarebbe davvero sicura.
Sostanze tossiche e pesticidi vietati in Europa sarebbero ancora presenti in diversi prodotti, mettendo a rischio la salute dei consumatori.
Il sistema di sicurezza alimentare è sotto pressione
In Italia, soprattutto negli ultimi dodici mesi, si è registrato un aumento significativo dei casi di contaminazione alimentare. A lanciare l’allarme è stata Coldiretti, basandosi sui dati del Rasff (Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e Mangimi): oltre 400 segnalazioni in un solo anno, con un incremento del 42% rispetto al periodo precedente. Un dato che preoccupa e che sottolinea come il sistema di sicurezza alimentare sia sotto pressione.
Ma ciò che desta maggiore preoccupazione è la provenienza di molti prodotti contaminati: quasi sei su dieci, infatti, arrivano da Paesi extraeuropei, dove l’uso di sostanze chimiche vietate in Europa è ancora consentito. La Coldiretti ha quindi evidenziato come spesso i controlli non siano sufficienti a garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti importati, che finiscono sugli scaffali dei supermercati italiani.
La qualità e la sicurezza alimentare
Secondo le ultime indagini, la frutta più contaminata da residui di pesticidi è quella importata o prodotta con pratiche intensive. Al vertice delle variabili più a rischio si trovano le fragole, le banane (fino al 60% dei campioni positivi), le pere, le pesche e gli agrumi come arance e limoni. In particolare, campioni di fragole, pesche e banane hanno fatto registrare la presenza di più di 10 residui chimici diversi, tra cui anche pesticidi PFAS e inquinanti persistenti.
Segnalazioni preoccupanti hanno inoltre riguardato pistacchi turchi, fichi secchi, frutti di bosco e alcuni peperoncini importati, tutti coinvolti in episodi di ritiro dai mercati a causa di tossine e contaminazione microbiologica. I pesticidi più comuni appartengono alle categorie degli insetticidi e dei fungicidi, come Acetamiprid, Boscalid e Imazalil, con contaminazioni elevate riscontrate soprattutto nei prodotti importati da fuori Europa. La qualità e la sicurezza alimentare restano quindi dunque sotto pressione: la raccomandazione degli esperti è di controllare attentamente la provenienza dei frutti, preferire prodotti italiani certificati e lavare sempre con cura qualsiasi alimento prima della consumazione.