Gelato artigianale: un piacere estivo, ma non un sostituto del pasto

Gelato artigianale: un piacere estivo, ma non un sostituto del pasto

Le temperature torride dell’estate, sia in città che al mare, alimentano una costante crescita nel consumo di gelato artigianale. Per il 93% degli italiani, si tratta di una vera passione. Secondo i dati dell’Osservatorio Sigep, nel solo ultimo anno il consumo pro capite ha raggiunto quasi 3 kg, generando un giro d’affari europeo che nel 2022 ha sfiorato i 10 miliardi di euro (con un incremento del 13%), raggiungendo in Italia i 2,7 miliardi (+16%). Questi numeri potrebbero suggerire che molti sostituiscono un pasto principale con una deliziosa coppa di gelato, una tentazione irresistibile. Ma è una scelta salutare? Un pasto completo, in linea con i principi della dieta mediterranea, fornisce un’ampia gamma di nutrienti in proporzioni adeguate: carboidrati complessi, proteine, grassi, fibre, vitamine e sali minerali. In una dieta da 2000 kcal, un pranzo equilibrato dovrebbe apportare circa 620 kcal, distribuite tra carboidrati, proteine, verdure, frutta e grassi sani. Una porzione di gelato, anche se abbondante (una grande coppa o una vaschetta da 350 g, equivalente calorico a un pranzo), non è sufficiente a sostituire un pasto. Le calorie, però, non sono l’unico indicatore della salubrità di un alimento; è fondamentale considerare l’apporto nutrizionale. Il gelato presenta un eccesso di zuccheri e grassi saturi, una carenza di proteine e, soprattutto, una mancanza quasi totale di micronutrienti (eccetto il calcio del latte e qualche vitamina) e di fibre. Le fibre sono essenziali per la salute intestinale, la regolazione dell’assorbimento dei nutrienti, il senso di sazietà e il benessere del microbiota. Pertanto, dal punto di vista nutrizionale, il gelato non può sostituire un pasto completo. Un piccolo sfizio, all’interno di un regime alimentare equilibrato, è comunque ammissibile, a patto di non farne un’abitudine.