Trasparenza alimentare: nuove regole per riso, pasta e grano

Trasparenza alimentare: nuove regole per riso, pasta e grano

La crescente attenzione del consumatore alla provenienza e al processo produttivo dei cibi ha portato all’introduzione di nuove normative sulla tracciabilità di riso, pasta e grano. Due decreti ministeriali, entrati in vigore rispettivamente il 16 e il 17 febbraio, impongono l’indicazione obbligatoria in etichetta del Paese d’origine di questi prodotti. Questa misura, che segue l’esempio già adottato per i prodotti lattiero-caseari, prevede una fase sperimentale biennale. Le aziende hanno 180 giorni per adeguarsi al nuovo sistema e smaltire le scorte di confezioni obsolete. Per la pasta secca di produzione italiana, l’etichetta dovrà specificare obbligatoriamente il Paese di coltivazione e quello di macinazione del grano; se le fasi di lavorazione interessano più Paesi, ciò dovrà essere chiaramente indicato (ad esempio, “Paesi UE”, “Paesi non UE”). Analogamente, per il riso, l’etichetta dovrà riportare il Paese di coltivazione, lavorazione e confezionamento. Le informazioni sull’origine devono essere ben visibili, leggibili e permanenti, poste in un’area ben definita dell’etichetta. Questa iniziativa rappresenta un significativo passo avanti nel soddisfare le richieste di trasparenza dei consumatori, tutelando contemporaneamente i produttori e le filiere agroalimentari italiane. L’Italia si pone così all’avanguardia in Europa, fungendo da modello per altri Stati membri, e ha conseguito anche un importante risultato politico: dopo quattro anni, la Commissione UE ha presentato una prima bozza di regolamento attuativo per l’etichettatura. Resta aggiornato sulle novità! Iscriviti alla newsletter.