Il Natale e il suo simbolico ceppo: un rito antico che resiste al tempo

La tradizione del ceppo natalizio, un’usanza antichissima che risale addirittura al XII secolo, attraversa il continente europeo da secoli, legata a riti propiziatori per l’anno nuovo. Originariamente un’abitudine rurale, diffusa in tutta Europa fino all’inizio del XX secolo, vedeva il capofamiglia porre un grande tronco nel focolare la Vigilia di Natale, lasciandolo bruciare per dodici notti, fino all’Epifania. Il focolare, allora cuore pulsante delle case, era l’unica fonte di calore. In Romagna, prima della Messa di Mezzanotte, si usava lasciare tre sedie vuote e la tavola imbandita davanti al camino dove ardeva lo “zòc ed Nadèl”, credendo che la Sacra Famiglia vi avrebbe trovato ristoro e calore. In provincia di Ravenna, il tronco veniva scelto il 25 novembre, giorno di Santa Caterina, e prima di essere acceso, veniva aspersso di acqua santa, per purificarlo da ogni residuo di rituali pagani. Oggi, questa usanza privata si è trasformata in un evento comunitario. In diverse località, si organizza l’accensione di un grande fuoco nella Vigilia, che rimane acceso fino al 6 gennaio. Modigliana e Castrocaro, nell’area collinare tra Romagna e Toscana, sono solo due esempi. Anche a Cesenatico, ogni anno si ripete la tradizione, con l’accensione del ceppo nella piazzetta delle Conserve, accompagnata da musica, cibo e vino. Un esempio concreto è l’appuntamento del 23 dicembre 2022, alle 18:00 a Cesenatico, organizzato da Proloco del Monte, Croce Rossa Italiana Comitato Locale di Cesenatico e Associazione Lupi di Liberio. Curiosamente, il Tronchetto Natalizio, dolce di origine francese, rappresenta la versione culinaria di questo rito, permettendo di continuare la tradizione anche a tavola. Per chi volesse cimentarsi nella preparazione, è disponibile una ricetta (link rimosso per evitare violazioni).