Le Zdoure romagnole lo sanno: il ripieno dei cappelletti si fa solo così | Il resto sono chiacchiere

La vera ricetta della tradizione: i cappelletti romagnoli (Immagine di repertorio - Foto da Freepik) - romagnaatavola.it
Non solo un piatto della tradizione, ma un vero simbolo di festa e convivialità: ecco la vera ricetta e i segreti dei cappelletti in Romagna.
In Romagna la tavola racconta storie di famiglia, di mani che impastano e di tradizioni che si ripetono ogni anno.
E tra le ricette più antiche ed amate ci sono senza dubbio i cappelletti, piccoli scrigni di pasta ripiena che hanno attraversato i secoli mantenendo intatto il loro fascino.
Considerati un tempo simbolo di benessere e ricchezza, ancora oggi rappresentano il piatto delle grandi occasioni, soprattutto durante le festività natalizie.
Ma qual è il vero segreto del loro ripieno? E come prepararli secondo la tradizione? Scopriamolo insieme.
Un simbolo di prosperità e festa
Per i Romagnoli, il cappelletto – chiamato anche caplet – è ben più di una semplice pasta ripiena: è simbolo di prosperità, festa, un augurio di fortuna e tavole ricche. Le zdoure, le donne di casa, si riuniscono attorno al tagliere e, tra chiacchiere e gesti sicuri, stendono la sfoglia a mano fino a renderla sottile e resistente. Con la rotellina dentata ricavano quadratini di pasta che vengono poi farciti e chiusi con la tipica forma a “cappello”.
La loro “morte”, come si dice in Romagna, è nel brodo caldo e profumato, anche se non manca chi li accompagna con un classico ragù e parmigiano, conquistando tutti con semplicità e genuinità. La preparazione era, ed è ancora oggi, un rito collettivo che coinvolge tutta la famiglia, e, nonostante le varianti locali e le diverse abitudini, i cappelletti restano un patrimonio comune, che resiste al tempo e alle mode gastronomiche.

Un ripieno ricco di gusto
La verità, in Romagna, è chiara: il ripieno dei cappelletti si fa seguendo una regola ferrea che le zdoure conoscono bene. Si prepara prima la sfoglia: farina, uova e mani esperte per ottenere una base sottile e resistente. Il protagonista del ripieno (il “battuto” o “compenso”) è un mix cremoso e saporito di ricotta, parmigiano grattugiato, uova, sale, pepe nero e una spolverata di noce moscata.
Nei comuni del ravennate la tradizione vuole l’esclusività dei formaggi, mentre in zone vicine si aggiunge anche carne bianca arrosto e salsiccia. Ogni quadratino di pasta racchiude una piccola quantità di questo ripieno, chiusa a mano in una forma unica, abile e affettuosa. Che sia per il pranzo di Natale o per celebrare la convivialità, il cappelletto autentico è questo: ripieno ricco di gusto, nulla lasciato al caso. Il resto… sono solo chiacchiere da bar.