Questi spaghetti sono pieni di pesticidi e li vendono al supermercato come se niente fosse | Allarme rosso sullo scaffale: non comprarli assolutamente

Spaghetti

Spaghetti (Pexels) - Romagnaatavola

Uno studio svizzero accende l’attenzione sulla presenza di glifosato in alcune marche di pasta vendute anche in Italia: ecco quali sono risultate più critiche e quali invece non presentano residui

La pasta è uno dei simboli dell’alimentazione italiana, un alimento che accompagna la nostra quotidianità e che rappresenta un pilastro della dieta mediterranea. Tuttavia, negli ultimi anni, diverse ricerche hanno sollevato preoccupazioni sulla possibile presenza di pesticidi nei prodotti derivati dal grano duro. Tra questi, il glifosato, un erbicida molto discusso a livello internazionale, è spesso al centro delle verifiche scientifiche e degli allarmi lanciati dai consumatori. Un nuovo test condotto in Svizzera riporta l’attenzione sul tema, individuando tracce di pesticidi in alcune confezioni di pasta commercializzate anche sul mercato italiano.

Prima di analizzare le marche coinvolte, è utile ricordare che il glifosato è un erbicida potenzialmente cancerogeno secondo alcune valutazioni internazionali, pur restando oggetto di dibattito nella comunità scientifica. In Italia, il Decreto del Ministero della Salute del 7 ottobre 2016 ha revocato l’autorizzazione all’immissione in commercio di prodotti fitosanitari contenenti questa sostanza, ma dai dati Ispra risulta ancora tra gli erbicidi più utilizzati in agricoltura. È quindi possibile, seppur entro i limiti di legge, che residui di glifosato compaiano in alcuni prodotti a base di grano duro.

Pasta e glifosato: i marchi sotto osservazione e i risultati dei test svizzeri

Il test più recente che ha fatto discutere gli appassionati di pasta e i sostenitori della sicurezza alimentare è quello pubblicato ad aprile 2022 dalla rivista svizzera K-Tipp. La ricerca ha analizzato 18 marchi di pasta: tredici prodotti con grano duro convenzionale e cinque ottenuti da agricoltura biologica. Il risultato ha evidenziato la presenza di tracce di glifosato in alcune delle confezioni testate, sebbene i valori rilevati rimanessero entro i limiti consentiti dalla legge.

Nello studio vengono citati diversi marchi molto diffusi anche in Italia. La rivista sottolinea che non si tratta di livelli tali da costituire un rischio immediato per la salute, ma la presenza di pesticidi, anche in quantità minime, rappresenta un elemento di attenzione per i consumatori che privilegiano prodotti il più possibile naturali.

È fondamentale ricordare che questi controlli non hanno valore sanzionatorio e non comportano ritiri di prodotti: si tratta di analisi comparative che mirano a evidenziare la qualità delle materie prime e la presenza di residui potenzialmente indesiderati. Il glifosato, inoltre, non è completamente vietato in Europa e può essere rintracciato anche in prodotti che rispettano pienamente le normative.

Una persona mette degli spaghetti in una pentola
Il metodo alternativo per cuocere la pasta (Immagine di repertorio – Foto di drobotdean da Freepik) – romagnaatavola.it

La risposta dei produttori: limiti di legge rispettati e differenze tra mercati

Le aziende coinvolte nel test hanno risposto prontamente alle osservazioni della rivista svizzera, sottolineando come i valori rilevati siano inferiori, spesso di molto, ai limiti di legge.

Il tema della presenza di residui di pesticidi nella pasta rimane comunque molto sensibile per i consumatori, soprattutto in un settore in cui qualità e naturalità rappresentano valori centrali. Gli studi come quello condotto da K-Tipp non intendono creare allarmismi, ma stimolare maggiore consapevolezza sulla provenienza del grano e sulle tecniche agricole utilizzate. Scegliere prodotti biologici, privilegiare marchi che dichiarano filiere controllate e informarsi sulle analisi indipendenti può aiutare a compiere scelte d’acquisto più consapevoli, in attesa che l’intero comparto agricolo faccia passi ulteriori verso pratiche ancora più sostenibili.