Bruno Barbieri omaggia la Romagna con un’insalata: quando semplicità fa rima con gusto

Chef stellato

Bruno Barbieri (Fonte: Instagram)-Romagnaatavola

Per creare un piatto unico non è necessario eseguire numerosi passaggi complicati: a volte anche una semplice insalata può diventare un’opera d’arte. Ce lo insegna Bruno Barbieri.

Chi ha detto che per dare vita a un piatto gustoso si debba procedere con preparazioni complesse, lunghe e dispendiose? Sicuramente non Bruno Barbieri.

Lo chef – originario di Medicina, in provincia di Bologna – ha voluto omaggiare infatti la sua terra, ma non con i soliti piatti (tagliatelle, cappelletti, passatelli), bensì con una semplice, ma non banale, insalata, che ha voluto chiamare, non a caso, proprio Romagna Mia, a riprova che semplicità spesso fa rima con gusto.

Bastano pochissimi ingredienti per dare vita a questa ricetta, che necessita di passaggi davvero semplici da seguire, adatti anche ai non esperti.

In dieci minuti scarsi, infatti, potrete ottenere un piatto unico, perfetto per chi ama sapori particolari ma non ha voglia/tempo di cucinare.

Bruno Barbieri e l’amore per la Romagna

Preciso, perfezionista, fan dell’impiattamento, Bruno Barbieri è diventato negli ultimi anni uno degli chef più amati della tv, oltre che il più stellato. Proprio lui, infatti, è l’unico italiano ad avere ottenuto ben 7 stelle Michelin, frutto di un lavoro iniziato nel lontano ’79, anno del suo approdo nel mondo culinario, come secondo cuoco sulle navi da crociera. Dopo un anno e mezzo, il ritorno in Italia ha sancito la sua consacrazione nel panorama della ristorazione: dopo aver lavorato in diversi locali della riviera romagnola – come chef di partita – e aver seguito dei corsi di perfezionamento, per affinare le sue doti, Barbieri ha dato il via alla sua carriera stellata. Proprio sotto la sua guida, infatti, Locanda Solarola di Castel Guelfo è riuscita a guadagnare per due anni consecutivi due stelle Michelin. Da lì, una serie di esperienze hanno segnato la carriera dello chef, in particolare quella a Il Trigabolo di Argenta, sotto la guida dello chef Igles Corelli, (in cui ha avuto l’opportunità di cucinare per Andy Warhol), ristorante che, non a casa, proprio negli anni ottanta ha ottenuto a sua volta due stelle Michelin.

Il primo progetto firmato Bruno Barbieri, però, è il ristorante Arquade nell’Hotel Villa del Quar, parte del circuito Relais & Chateaux, a San Pietro in Cariano (in provincia di Verona). Sembra quasi inutile dirlo, ma in pochissimo tempo ha ottenuto un successo incredibile: è comparso sulle guide gastronomiche del 2006 con due stelle Michelin e ha ottenuto tre forchette Gambero Rosso. Ma nel luglio del 2010 lo chef ha capito che voleva di più: è partito infatti alla volta del Brasile, per poi tornare in Europa poco più di un anno e mezzo dopo – nel marzo del 2012 precisamente – e aprire a Londra il ristorante Cotidie, (che però solo un anno dopo cederà allo chef Marco Tozzi). Per quattro anni poi ha gestito il ristorante Fourghetti a Bologna – salvo poi cedere anche quest’ultimo a Erik Lavacchielli – a dimostrazione che, per quanto possa andare lontano, il richiamo della sua terra, per lo chef, è sempre più forte di qualsiasi voglia di evadere.

La ricetta dell’insalata romagnola

Come si legge sulla pagina Facebook dello chef, “Romagna Mia è un’insalata ispirata a una terra che ha fatto del culto dell’ospitalità la sua vera ricetta. È un piatto che parla di accoglienza, più che di tradizione, in cui, come in Romagna, conta chi c’è a tavola, non da dove arriva!”.

Per prepararla lo chef è partito da una piadina rosolata in padella, quasi abbrustolita. Ha poi preparato l’insalata, mescolando finocchio, pomodorini, caciocavallo, parmigiano a scaglie, finocchietto, noce moscata e aggiungendo un po’ di aglio (“io sono aglio-dipendente”, dirà lui stesso, scherzando). A questo punto Barbieri ha aggiunto aceto rosso aromatizzato con le erbe, sale e ha lasciato riposare il tutto perché “l’insalata deve prendere un po’ di sapore”. Dopo un po’ ha adagiato tutto sulla piadina e sembrava che la ricetta fosse ormai pronta. “E invece no, non è pronta per niente”. Mancava, infatti, un tocco agrodolce, che lo chef ha ottenuto aggiungendo dei datteri. Infine ha aggiunto olio, maggiorana, basilico e, per dare un po’ di croccantezza, delle nocciole tritate. Ed ecco il tocco finale: lo squaqquerone. Et voilà, la ricetta è pronta.