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Scopri la Romagna

Romagna Mia

 

Dalle cime degli Appennini all’azzurro del mare, dalle verdi colline alle assolate pianure rurali, dalla quiete dei borghi alla frenesia dei capoluoghi, la Romagna è un territorio vasto e vario tutto da scoprire: ricco di storia, arte e natura.

Che vi piacciano i paesaggi marini o le città d’arte; che amiate il divertimento sfrenato o il relax delle Terme; che aspiriate ad un attimo di quiete davanti ad un tramonto o ad una pedalata il salita per godervi la vetta conquistata: la Romagna è in grado di offrirvi quello che state cercando.

La Romagna è una terra autentica dove piatti e prodotti tipici sono anche cultura. Tutta la Romagna si contraddistingue per la buona cucina prevalentemente di mare sulla costa e di terra all’interno e sulle dolci colline che via via confinano con la toscana, Repubblica di San Marino e la provincia di Pesaro e Urbino (nelle Marche). L’origine della cucina Romagnola è contadina – coltivazioni e pastorizia – e marinara; i piatti ricevono influenze dalle provincie con cui confinano.

Numerose ricette della cucina Italiana sono ricette romagnole. Pensiamo alla zuppa inglese, dolce al cucchiaio tipico della tradizione romagnola la cui ricetta originale è stata codificata da Pellegrino Artusi (1820-1911) nel suo libro “libro-artusi e l’arte di Mangiar bene”

Figura storica della cucina romagnola è la “zdora” (signora di casa) che preparava, e ancor oggi prepara, la sfoglia sul tagliere in legno e la tira con il mattarello per preparare la pasta fresca e imbottita per i primi piatti che in Romagna chiamano “le minestre”. E’ grazie alle Zdore che dalla cultura gastronomica popolare sono così sopravvissuti primi piatti i passatelli, i cappelletti, gli gnocchi, la spoja lorda o minestra imbottita, garganelli (Lugo e bassa ravennate) e i manfrigoli.

Parlando di carne non possiamo dimenticare la grigliata con carne di maiale, possibilmente di Mora Romagnola (presidio Slow Food) e il Galletto in umido alla romagnola. Ricordiamo che la Caveja e il Galletto sono i simboli della Romagna; la Caveja era (ed è tuttora) uno dei tanti motivi decorativi utilizzati nella stampa a ruggine dei tessuti, tipica della tradizione romagnola.

Il pesce è coprotagonista della cucina romagnola; dalla cultura marinara si è tramandata l’idea della “rustìda” termine dialettale che significa cuocere il pesce pescato su graticole roventi. Tradizione che prosegue con la grigliata di pesce sul quale è cotto il pesce dell’Adriatico dopo essere stato avvolto da una panatura con pan grattato, olio e prezzemolo.
La piadina “romagnola” (piada, pida o pidazza in dialetto) è sinonimo di Romagna; si tratta di un prodotto a base di farina di grano tenero con aggiunta di acqua, grassi, sale, ed alcuni ingredienti opzionali. Dal 2014 è diventato prodotto IGP (indicazione Geografica Protetta) per garantire che il prodotto commercializzato con il brand “Piadina Romagnola” sia solo quello prodotto in alcuni comuni vocati delle provincie di Rimini, Forlì-Cesena e Bologna sotto il fiume Sillaro e con un disciplinare che regola: ingredienti, preparazione dell’impasto, porzionatura, laminatura, cottura, raffreddamento e confezionamento.

Apprezzata sia “vuota” (da sola) che farcita nella versione piadina (sovrapposta), crescione (piadina chiusa) o rotolo, la piadina è proprio uno dei prodotti top per notorietà nazionale ed internazionale. Quella tradizionale con diametro di 15-25 centimetri e spessore 4-8 millimetri (alta) e quella “riminese” dal diametro più grande 23-30 centimetri e spessore 3 millimetri (più grande e più bassa).Le piadinerie, altra istituzione in Romagna, si sono sbizzarrite nel creare 1000 abbinamenti dolci e salati e a prepararle anche in versione mignon per le feste dei bambini o sottili come crecker da mangiare a tavola.

Parlando di dolci come dimenticare la mitica ciambella da accompagnare con l’albana dolce o i sabbadoni.

Terminiamo parlandovi di un abbinamento che è diventato canzone: Romagna e Sangiovese. Stiamo parlando del poeta della canzone Raul Casadei che ha composto un inno alla vita con la Romagna e il Sangiovese. Oltre al Siangiovese è opportuno ricordare un bianco che è stato la prima DOCG italiana: l’Albana. E’ un vino bianco della Romagna per eccellenza è perfetto per accompagnare il pesce. Altro uvaggio autoctono riscoperto di recente è “Il Famoso” o “Rambella” (dialetto) recuperato nel 2007 da Longanesi viticoltore di Bagnacavallo in provincia di Ravenna che lo salvò dall’estinzione dal quale si produce in vino Burson.

Chi viene in Romagna desidera ritornare, come dice la nota canzone… Romagnia mia, lontan da te non si può star!

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