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Oggi vogliamo porre alla vostra attenzione un argomento che in questi giorni sta impazzando sulle prime pagine di media locali e nazionali.
Di cosa stiamo parlando? Di una questione assai importante e delicata, che rischia di penalizzare in maniera indissolubile i prodotti DOP e IGP italiani, in particolare il nostro amato Sangiovese.
Secondo le normative recenti, potremmo correre il rischio di sederci a tavola, ordinare un Sangiovese di annata e bere tutto, fuorché il nostro prediletto rosso di Romagna.
E perché? Vi chiederete voi. Semplice. Perché l’Unione Europea ha avviato un processo di revisione delle norme che disciplinano l’etichettatura dei vini. O meglio: la Commissione ha ipotizzato di liberalizzare nell’etichettatura di tutti i vini, l’uso di quei nomi di varietà che oggi sono riservati solo a denominazioni di precisi Stati membri.
Non è un segreto allora che, se tale ipotesi dovesse concretizzarsi, ai nostri vini: “accadrebbe un danno irreparabile, in quanto un qualsiasi vino proveniente da uno stato membro della UE, potrebbe riportare in etichetta il nome del nostro Sangiovese”, spiega Giordano Zinzani, Presidente del Consorzio Vini di Romagna.
Si rischierebbe perciò di bere un Sangiovese che di fatto lo è solo nell’etichetta. Mentre al palato, nessuna traccia del suo inconfondibile sapore! Da noi, in Romagna, il vino è sinonimo di territorio, è un’identità fatta di uomini, cultura, passione e anni di lavoro. Il vino racconta gli sforzi e gli investimenti sostenuti negli anni dai produttori, che hanno portato il settore vitivinicolo nazionale ai vertici più alti del Made in Italy nel mondo.
Ma non allarmatevi, il Consorzio Vini di Romagna è già in prima linea per intraprendere tutte le iniziative utili affinché tali ipotesi non si trasformino in realtà.
Nell’attesa allora, continuiamo a degustare il nostro Sangiovese che, così schietto e ruvido da una parte, ma tanto delicato e aperto dall’altra, incarna al meglio lo spirito di noi, gente di Romagna!
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