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Il controverso olio di palma tra accusa e… difesa

Olio di palma

 

Provoca il diabete di tipo 2? Cancerogeno? Compromette il sistema cardiocircolatorio?
Sul banco degli imputati oggi è seduto il nostro chiacchieratissimo olio di palma. Come in ogni tribunale diamo la parola all’accusa ma anche alla difesa.

L’olio di palma e l’olio di semi di palma o olio di palmistro sono degli olii vegetali saturi non idrogenati ricavati dalle palme da olio, principalmente Elaeis guineensis ma anche da Elaeis oleifera e Attalea maripa.

Ha una composizione molto alta di grassi saturi (palmitico, stearico e laurico) che lo incriminano come nemico delle arterie e del sistema cardiovascolare ma, anche altri prodotti , come il burro, hanno percentuali di grassi saturi molto elevati . L’olio di palma non dovrebbe essere dunque demonizzato in quanto tale. Tuttavia, un consumo eccessivo (data la sua vasta presenza in prodotti  assunti  quotidianamente) può essere nocivo in ragione delle grandi quantità di acido palmitico che contiene e che appunto promuovono la crescita delle placche aterosclerotiche all’interno delle arterie.

L’olio di palma si trova inoltre in molti prodotti da forno – largamente utilizzati – di note multinazionali,  prodotti dunque che vengono cotti ad elevate temperature. Questo porta all’ossidazione dell’olio di palma facendolo  diventare non troppo salutare per il nostro organismo.
Vorrei però spezzare una lancia in difesa del nostro imputato: uno studio del 2009 ha testato e comparato i livelli di emissione di acroleina (un prodotto di scarto tossico) durante la frittura  di olio rosso di palma, olio di oliva e olio di girasole. Lo studio ha rilevato dei tassi di emissione di acroleina più elevati nell’olio di girasole. Questo perché il punto di fumo (la resistenza alle alte temperature) è molto più alto nell’olio di palma, dunque, se proprio volessimo guardare il pelo nell’uovo,  l’olio di girasole, che spesso viene sostituito a quello di palma, non è poi proprio questo “stinco di santo”.

L’olio di palma è anche accusato di aumentare il rischio di diabete di tipo due. Una ricerca condotta dal Prof. Francesco Giorgino – ordinario di Endocrinologia e malattie del metabolismo dell’Università Aldo Moro di Bari –  ha portato infatti alla luce come questo olio interferisca con una particolare proteina  che distruggere le cellule beta del pancreas, responsabili della produzione di insulina, aprendo quindi la strada al diabete di tipo 2.

Per  finire l’olio di palma, viene anche accusato di avere un impatto ambientale non indifferente: deforestazione sempre più massiccia con danni alla flora e alla fauna, sfruttamento di lavoro minorile, ma soprattutto danni al clima causati dal disboscamento per far posto a queste monocolture depauperando così le risorse del pianeta e riducendo la produzione di ossigeno, essenziale per combattere le emissioni di CO2.

Mi permetto però un’ultima precisazione:  sempre meglio non fare di tutta l’erba un fascio, l’olio di palma BIO è, al contrario, un buon alimento, prodotto nel rispetto dell’ambiente, con un punto di fumo alto quindi adatto alle cotture ad alte temperature e contenente sostanze benefiche come:

Carotenoidi (in particolare il beta-carotene) che donano il caratteristico colore rosso arancio all’olio non sbiancato
co-enzima Q10
squalene
vitamina E
In definitiva, parlando di prodotti alimentari,  sempre meglio affidarsi a un’informazione completa ed esauriente e, ove è possibile, consumare alimenti Bio, coltivati nel rispetto dell’ambiente.


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