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Vendemmia, 2014 anno difficile per Sangiovese e Albana

 

La produzione vitivinicola. Cala la produzione vitivinicola nazionale e anche l’Emilia-Romagna ha registrato una diminuzione, seppure inferiore rispetto alla media nazionale. Nel 2014, secondo i dati di Assoenologi, la produzione di vino è ammontata a 40 milioni di ettolitri, -17% rispetto al 2013.
In Emilia-Romagna il calo complessivo della produzione vitivinicola è stato del 10%, ma a soffrire maggiormente è stata la Romagna. Il mese di agosto è stato caratterizzato, come del resto tutta l’estate, da condizioni di tempo prevalentemente variabili e instabili e per le temperature massime decisamente inferiori alla norma. Solo nell’ultima settimana è ritornato il bel tempo, che ha determinato l’inizio della vendemmia con i primi conferimenti delle uve precoci (Pinot bianco e Chardonnay), la cui epoca di raccolta è stata però influenzata dallo stato sanitario delle uve. I mosti sono risultati di bassa gradazione, con elevate acidità maliche e pH molto bassi, ma hanno permesso però di ottenere buone basi spumante.

Il mese di settembre è stato invece caratterizzato dal susseguirsi di diversi passaggi perturbati intervallati da tempo più stabile.

In Romagna la raccolta ha avuto inizio nella seconda settimana di settembre con il Merlot. Il Trebbiano, i cui conferimenti sono incominciati a metà dello stesso mese, ha fatto registrare basse gradazioni e forti acidità totali. Il Pignoletto ha beneficiato dell’annata fresca e, grazie alle caratteristiche del suo grappolo, non ha subito nessuna forma di malattia. L’Albana e il Sangiovese sono le tipologie che più di altre hanno risentito dell’andamento climatico producendo uve tendenzialmente crude e in alcuni casi poco sane. Per il Sangiovese, che per avere una buona maturità fenolica necessita di gradienti termici importanti, è stata invece una vendemmia difficile, infatti, a causa della forte eterogeneità dell’invaiatura e della non perfetta sanità dei grappoli, si è dovuto ricorrere a forti selezioni al momento della pigiatura.

In Emilia, in provincia di Modena, una violenta grandinata si è abbattuta nella zona del Sorbara, che ha causato un diminuzione del 2-3% della produzione, malgrado la buona quantità dei Lambruschi. Reggio Emilia ha fatto invece registrare un maggior quantitativo delle uve Ancellotta con un aumento complessivo del 7% rispetto allo scorso anno, ma con un calo di circa il 30% della materia colorante ed una gradazione inferiore. Per le province di Parma e di Piacenza si riscontra una situazione a “macchia di leopardo” con zone in calo ed altre in aumento.

In Emilia si registra una produzione pressoché uguale a quella dello scorso anno, mentre in Romagna una diminuzione del 15%. In tutta la regione si stima, pertanto, un calo quantitativo complessivo del 10%.


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